Il sito della Gazzetta dello sport, in un pezzo pubblicato lo scorso dicembre, è a dir poco impietoso: “(…) si svolgerà anche il Rocco Forte Open-Verdura (18-21 maggio) al Verdura Golf & Spa Resort, nei pressi di Agrigento, con in palio un milione di euro”. E dire che lo scorso settembre al magnate degli alberghi è stata conferita la cittadinanza onoraria di Sciacca, non certo quella di un luogo sconosciuto “nei pressi di Agrigento”. Ma la colpa non è certamente della Gazzetta. No, la verità è che la stessa locandina dell’evento golfistico internazionale indica proprio Agrigento come sede del Verdura Golf & Spa Resort.
Ora, è vero che a qualche snob tutto questo apparirà come una lamentela piccolo-borghese, da sciovinisti di maniera. È anche vero che il tour PGA di Golf ha probabilmente bisogno di certezze geografiche per aiutare il pubblico internazionale ad orientarsi. È pur vero, anche, però, che il destino di Sciacca continua ad apparire oltremisura cinico e baro. E il concetto di promozione del territorio torna a zoppicare. Perché Sciacca è nell’Agrigentino, nessuno lo mette in dubbio. Ma che Taormina sia in provincia di Messina, beh, sono davvero in pochi quelli che lo ricordano. Il complesso turistico gestito da Aeroviaggi, almeno, si chiama Sciaccamare, senza equivoci possibili sulla sua ubicazione. Anche se a battezzarlo così non fu Antonio Mangia. Ma poco importa: sarebbe bastato solo questo a sostenere il conferimento, anche a lui, di una cittadinanza onoraria. Che era un simbolo, certo. Così come lo sarebbe stato significare al mondo che il Verdura Golf & Spa Resort si trova nel territorio comunale di Sciacca.