Sacerdote teste in un processo per furto e ricettazione ad Agrigento

Giuseppe Liberto 78 anni, direttore (oggi a riposo) del Coro della “Cappella Sistina del Vaticano” e stretto collaboratore di numerosi Pontefici, uno dei più significativi rappresentanti dello Stato d’oltre Tevere – è stato sentito stamani dal Giudici del Tribunale di Agrigento quale teste e parte offesa nel processo a carico di due empedoclini: Vincenzo Colombo 60 anni e Giuseppe Salemi 56 anni che si sta celebrando dinnanzi alla prima sezione penale.
I due empedoclini sono imputati rispettivamente dei reati di furto aggravato ed il secondo di ricettazione.
I fatti in contestazione risalgono all’estate del 2018, quando Monsignor Liberto in vacanza nella Città dei tempi, fece una breve sosta in un bar di Porto Empedocle.
Secondo l’accusa, i due empedoclini approfittando di una distrazione del religioso gli avrebbero sottratto il borsello contenente documenti, effetti personali e denaro contante.
Gli investigatori sarebbero giunti all’individuazione dei due imputati grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che li ritraevano in prossimità del bar.
Mons. Giuseppe Liberto – che era accompagnato dal proprio legale di fiducia Ignazio Gennaro – ha risposto alle domande dei Giudici ed ha ricostruito i fatti dei quali è stato vittima.
Nel corso della sua carriera Mons. Liberto è stato stretto collaboratore non solo di Giovanni Paolo II, ma anche di Papa jospeph Ratzinger Benedetto XVI ed in ultimo di Papa Francesco Bergoglio.

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