È un vero e proprio rapporto sulla situazione socio economica della provincia di Agrigento quello contenuto nella lettera con la quale il segretario provinciale della Cgil Massimo Raso ha formulato gli auguri di buon lavoro al nuovo Prefetto Dario Caputo, che ieri si è insediato nel Palazzo del Governo, prendendo il posto del destituito Nicola Diomede. “Lei arriva in una provincia difficile”, significa Raso. Aggiungendo che il tasso di occupazione sul territorio è del 39,1%, mentre il tasso di disoccupazione schizza al 24,3%. “Il settore di attività in cui riscontriamo più occupati è il settore dei servizi con poco più di 84 mila posti di lavoro. Negli anni della crisi, da cui non siamo ancora usciti, osservando le variazioni assolute 2008-2016 la provincia agrigentina perde 2.355 unità lavorative nel settore agricolo e una perdita sostanziale nel settore industriale con -7.280 posti, particolarmente “in ginocchio” il settore dell’edilizia che ha visto più che dimezzarsi attività ed occupati. L’unico comparto ad andare in controtendenza è il commercio, alberghi e ristorazione con un aumento di poco oltre 6 mila unità. Come nel resto del Paese – scrive Raso – in tutti questi settori si annidano fenomeni distorsivi che hanno conquistato gli onori della cronaca per fenomeni estorsivi in danni dei lavoratori costretti a firmare buste paga senza avere il corrispettivo. Tra le vertenze elencate da Massimo Raso non manca quella delle Terme di Sciacca, inserita in un listone che comprende anche la gestione dell’acqua, quella dei rifiuti, il caso Italcementi, l’Italkali e il Consorzio Universitario. “Vorremmo – osserva il leader della Cgil – riaprire tavoli di ragionamento e confronto su questioni che sono familiari al Prefetto, in ragione del suo precedente impegno, ovvero la questione dei beni e delle aziende confiscate e sequestrate alla criminalità organizzata, la stragrande maggioranza dei quali non utilizzati”. Riferimento espressamente fatto alla vicenda della Calcestruzzi Belice. Cgil che poi richiama l’attenzione di Caputo sulle questioni che attengono la messa in sicurezza del territorio in una terra che ha conosciuto il terremoto del Belìce, affrontando le emergenze ambientali che da anni il sindacato denuncia: dalle bombe ecologiche alla vicenda dell’amianto. E ancora: i temi dello sviluppo, la necessità di capire dove si inceppano i progetti ed i programmi di spesa, la sicurezza sul lavoro, la lotta alla mafia, l’accoglienza dei migranti, il ruolo della Pubblica amministrazione, il precariato, la sanità. “E’ vero – ammette Massimo Raso – non sono tutti compiti della Prefettura, tuttavia sosteniamo da anni, inascoltati, che la Prefettura, deve ritornare ad essere il luogo di composizione e raccordo dei conflitti che chiamano in causa i diversi livelli di governo; unica autorità e sede che autorevolmente può mettere insieme i Comuni. Non sempre ci siamo riusciti ed appaiono lontanissimi i tempi del Prefetto D’Agostino. Ma abbiamo bisogno di ritornare a respirare quel clima, di una Prefettura che sappia ascoltare il territorio e lo sappia rappresentare agli altri livelli di Governo, che sappia coordinare e controllare l’attività e l’efficienza della macchina amministrativa”. Massimo Raso non tralascia le cose belle e positive, alla luce della presenza di uomini e donne coraggiosi e che fanno il loro dovere: energie positive che vanno sostenute, incoraggiate e difese.