Oltre ventimila agricoltori e allevatori sono scesi in piazza questa mattina a Palermo per chiedere “interventi immediati contro una siccità devastante, causata dal clima e da anni di incuria, che ha praticamente azzerato i raccolti e fa strage di animali nelle stalle, rimasti senza acqua né cibo”.
Una grande adunata del popolo delle campagne che ha invaso le vie della capitale isolana per riversarsi davanti a Palazzo d’Orleans, sede della Regione Siciliana”, che Coldiretti Sicilia indica “come prima responsabile della drammatica situazione”.
“Gli effetti della mancanza di pioggia sono stati, infatti, aggravati dall’immobilismo delle istituzioni locali rispetto alla necessità di effettuare gli interventi necessari per garantire la disponibilità di acqua, tra strutture e tubazioni fatiscenti che disperdono anche quella poca presente”, aggiunge.
Sui cartelli dei manifestanti, giunti da tutte le province si legge “Stiamo macellando anni di lavoro”, “La Sicilia assetata non può più aspettare”, “Senza agricoltura non c’è cibo”, ma ci sono anche striscioni e migliaia di bandiere.
“Per salvare quello che resta dell’agricoltura siciliana – sottolinea Coldiretti – occorrono misure immediate per sostenere le aziende colpite dalla siccità e dal conseguente rincaro di tutti i costi di produzione, letteralmente triplicati, a partire dal prezzo dei foraggi per dare da mangiare agli animali, ma anche della stessa acqua, con le bollette che hanno raggiunto cifre astronomiche”.
Coldiretti, assieme a Bonifiche Ferraresi, Consorzi Agrari d’Italia e Fedana, si è attivata per portare alle stalle dell’isola fieno per gli animali, un milione e mezzo di chili necessari per permettere alle aziende di andare avanti almeno per qualche altro giorno.
La scorsa settimana il Ministro dell’Agricoltura ha annunciato, anche qui su sollecitazione di Coldiretti, lo stanziamento di 15 milioni di euro per aiutare gli agricoltori ma la sopravvivenza del settore è legata a una corsa contro il tempo per far arrivare i finanziamenti alle stalle e consentire di acquistare quanto necessario per salvare gli animali.
Domani, mercoledì 29 maggio, alle 10, sindaci e produttori agricoli di un vasto comprensorio si riuniranno alla diga Castello. “Chiediamo che venga data l’acqua per le campagne – dice il sindaco di Bivona, Milko Cinà – per non perdere oltre alle produzioni agricole anche gli impianti. Per la pesca di Bivona rischiamo già un danno di almeno 3 milioni di euro”. I produttori della pesca Igp di Bivona hanno già forzato la caduta dell’80% dei frutti dagli alberi.