Cronaca / Attualità

Siccita’, Panepinto contro la ricerca di nuovi pozzi e nuove trivellazioni

Esprime un’opinione sulle prossime trivellazioni nell’area dei Monti Sicani l’ex parlamentare regionale Giovanni Panepinto: ” La situazione in Sicilia e in provincia di Agrigento – scrive – è veramente grave ,drammatica ed è al collasso. Non mi attarderò a parlare dei cambiamenti climatici oramai, purtroppo, consolidati. Non voglio manco polemizzare con chi avrebbe dovuto, già a novembre, interrogarsi su cosa fare per ridurre i danni per la mancanza di acqua per uso potabile e agricolo. Il lago castello oggi potrebbe disporre di tre milioni di metri cubi d’acqua in più se si fossero create le condizioni tecniche per il sollevamento dal fiume verdura. Nello scorso inverno ovviamente”.

“Pensare a trivellare – aggiunge – comunque e ovunque le falde dell’area interna agrigentina e palermitana produrrà più danni che soluzioni. Verrà distrutto un ecosistema ambientale e naturale, che ha resistito, con mobilitazione popolare e democratica , anche a scelte scellerate degli anni settanta dell’ Ente Acquedotto SicilianPensare a trivellare comunque e ovunque le falde dell’area interna agrigentina e palermitana produrrà più danni che soluzioni. Verrà distrutto un ecosistema ambientale e naturale, che ha resistito, con mobilitazione popolare e democratica , anche a scelte scellerate degli anni settanta dell’ Ente Acquedotto siciliano. Ha ragione il sindaco di Santo Stefano Quisquina a dire no alla realizzazione di nuovi pozzi . È necessario che venga inoltre ,rispettata ed applicata una legge dello Stato, la n.168 del 2017, ai molti sconosciuta . La legge dice che la Repubblica tutela i corpi idrici che hanno avuto una loro specifica destinazione e tutela soprattutto l’ambiente formatosi grazie proprio ai corpi idrici li presenti . La legge 168 dice anche che le generazioni future devono ereditare “intatto” il patrimonio ambientale, naturale e paesaggistico. Credo – conclude- che prima che parta la campagna di trivellazione le popolazioni interessate hanno il diritto di conoscere il piano degli interventi e anche di rifiutarlo e lottare democraticamente per impedirlo”

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