Cronaca / Attualità

Sindaci a muso duro all’Autorità di Bacino: “Nella diga Castello c’è anche acqua per irrigare”

C’era molta attesa nei Comuni che ricevono irrigazione per i propri terreni grazie all’acqua della diga Castello e che adesso sono stati tagliati fuori perchè le risorse non sono sufficienti anche per le campagne. Non è così per i sindaci che questa mattina si sono confrontati con l’ingegnere Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di bacino.

Con le delegazioni dei Comuni di Ribera, Bivona, Calamonaci, Lucca Sicula, Burgio e Villafranca Sicula si è fatto il punto della situazione.

“Abbiamo contestato la tabella del Dipartimento acqua e rifiuti con la nota del 2 maggio – dice il sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo – che indica, a fronte di 9 milioni e 100 di metri cubi di acqua disponibili, una soglia di salvaguardia maggiore a quella che c’è sempre stata e cioè 3 milioni di metri cubi. Con la soglia a 3 milioni ne restano 6 milioni e 100: 2 milioni e 100 per il potabile, 1,5 milioni per l’evaporazione. Restano almeno 2 milioni e 100 per l’irriguo. L’ingegnere Santoro ha detto di essere disponibile a rivedere tutto se il Dipartimento comunica una variazione della soglia di salvaguardia. Pertanto, bisogna ripartire con il travaso attraverso la bretella dal Gammauta al Castello grazie anche alla pioggia e alle fluenze. Tutto questo può garantire con almeno 2 milioni di metri cubi un’irrigazione sicura e forse anche qualcosa in più”.

I sindaci saranno a Palermo per un nuovo incontro con il Dipartimento acqua e rifiuti e, in ogni caso, torneranno a Palermo venerdì 10 per incontrare il commissario per l’emergenza idrica Dario Cartabellotta, l’Autorità di bacino e il Consorzio di bonifica per discutere delle opere di sbarramento al fiume Verdura per evitare che l’acqua finisca in mare.

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