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“Soldi da Morace? Una tangente non si paga con un bonifico”. Crocetta si difende, e affronta le conseguenze politiche

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Forse ha ragione Rosario Crocetta: una tangente non la si paga certo attraverso un bonifico bancario. Soldi che, peraltro, il presidente ha già fatto sapere di intendere restituire. Tuttavia è indubitabile quei cinquemila euro finiti sul conto corrente del suo movimento politico RiparteSicilia pesino molto di più del loro valore reale. Sì, perché a versarli è stato lui: Ettore Morace, il re del trasporto marittimo, il capo della Liberty Lines, che secondo i magistrati avrebbe fatto pressioni (e costosi regali) a politici e funzionari pubblici per ottenere occhi di riguardo (e leggi, ed emendamenti, e perfino sentenze) nella gestione dei servizi. Va bene, non può definirsi tangente un pagamento via bonifico.  Vogliamo chiamarla, allora, una buccia di banana? Qualunque sia la verità, il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, l’aggiunto Dino Petralia  e i sostituti Luca Battinieri e Francesco Gualtieri vogliono vederci chiaro. Perché ritengono che Morace, la cui posizione ha fatto finire nei guai il candidato a sindaco di Trapani Girolamo Fazio e l’ormai ex sottosegretaria Simona Vicari, per troppo tempo ha fatto il bello e il cattivo tempo. Questa vicenda, che naturalmente dovrà seguire il suo corso, e che probabilmente condizionerà oggettivamente il prossimo risultato elettorale nel comune di Trapani (un altro candidato, Antonio D’Alì, ha subito il provvedimento del soggiorno obbligato per mafia), avrà anche delle inevitabili conseguenze politiche sul futuro di Rosario Crocetta. A novembre in Sicilia si torna a votare per le elezioni regionali. Il Governatore uscente sapeva già da prima di finire sotto inchiesta che avrebbe avuto delle difficoltà a ripresentarsi. E questo aldilà della discussione sulle Primarie, che a questo punto sembra farlo definitivamente fuori. A gongolare, in questo quadro, continua ad essere il Movimento 5 Stelle. Che ha chiesto le dimissioni di Crocetta come atto politicamente inevitabile, ma che ormai guarda alla prossima scadenza elettorale come punto di svolta della propria azione politica. I grillini puntano sul fatto che, insomma, non si salva nessuno.

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