I Militari della locale Tenenza dei Carabinieri, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP presso il Tribunale di Agrigento a carico di sette soggetti.
In azione i militari della compagnia di Agrigento e della Tenenza di Favara che hanno eseguito le misure di custodia in carcere per Chyarl Bennardo, 40 anni, e Carmelo Cusumano, 49, di Favara.
Obbligo di dimora per Emanuele Luigi Capraro, 24 anni, di Agrigento, e Gaetano Lombardo, 47, di Favara.
Divieto di dimora in provincia di Agrigento per Paolo Graccione, 45 anni, nato in Germania, e Fiorella Bennardo, 43 anni, di Favara.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giuseppe Papia, 64 anni, di Favara.
L’attività d’indagine, condotta dai Carabinieri della Tenenza di Favara e della Compagnia di Agrigento, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Agrigento Salvatore Vella e dal sostituto procuratore Paola Vetro, è stata avviata nel mese di novembre 2020 , ha preso vita ha seguito di diverse segnalazioni, tra le quali una richiesta di aiuto di una donna ospite della struttura, che aveva denunciato di aver subito minacce e violenze sessuali reiterate, come corrispettivo nella compravendita di sostanza stupefacente.
I successivi accertamenti condotti dai Carabinieri, anche con l’ausilio d’intercettazioni telefoniche e sistemi di videosorveglianza, hanno consentito di definire i meccanismi di funzionamento di quella che a tutti gli effetti può definirsi una strutturata piazza di spaccio. Il lavoro investigativo ha portato alla luce, infatti, una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti svolta all’interno della Comunità alloggio per disabili psichici denominata “Oasi Emmanuele”, sita in Favara, abusando della minorità fisica/psichica dei soggetti ospiti della struttura e destinatari della sostanza stupefacente.
Le indagini consentivano, altresì, di accertare come gli indagati rifornissero di stupefacente gli ospiti della struttura con problematiche di tossicodipendenza o di natura psichica, con la compiacenza ed in alcuni casi con la correità di responsabili e dipendenti dell’“Oasi Emmanuele”.
Questi, difatti, assecondavano le richieste di stupefacente da parte dei degenti, consentendo l’ingresso della sostanza all’interno della Comunità e, in alcune occasioni, provvedendo direttamente a reperire lo stupefacente. Tra i protagonisti delle dinamiche di spaccio vi era anche un indagato, Cusumano Carmelo, già sottoposto a detenzione domiciliare presso l’”Oasi Emmanuele”, che con la correità di un familiare, introduceva nella struttura una quantità consistente di stupefacente del tipo hashish, che poi spacciava agli altri degenti.