Tar respinge ricorso di Girgenti Acque sull’adeguamento delle tariffe, l’Ati non risarcira’ 23 milioni di euro

Il Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso proposto dalla Girgenti Acque che chiedeva all’Ati il pagamento di danni per oltre 23 milioni di euro per l’adeguamento delle tariffe idriche tra il 2008 e il 2011.

Girgenti Acque, societa’ oggi commissariata, ha chiesto al Tar di “provvedere alla quantificazione e all’approvazione dei conguagli tariffari per il periodo dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2011”, ossia dei primi tre anni di gestione.

I giudici amministrativi hanno ritenuto che “l’impossibilità di procedere alla quantificazione delle ‘partite pregresse’ è da individuare a cause non imputabili all’Ente di governo dell’Ambito territoriale ottimale… stante l’impossibilità di accertare gli scostamenti relativi alla gestione per il periodo preso in considerazione, 2008/2011”. E piu’ nello specifico ritenuto che “nessuna inerzia può essere imputata all’Ato/Ati che non ha potuto ottemperare a tale istruttoria, perché necessitante di ulteriore attività, connotata da discrezionalità amministrativa e/o tecnica”.

Il Tar ha poi infine, ribadito che “il commissario straordinario liquidatore dell’Ato, nel 2015 aveva già chiarito che per il quadriennio 2008-2011, la valutazione e quantificazione delle partite pregresse, con riferimento all’ambito territoriale agrigentino, risultava particolarmente complessa” e questo perché il gestore del servizio operava solo in una porzione del territorio dell’Ato (27 comuni su 43) e perché “le tariffe applicate a tutto il 2011 non erano state quantificate secondo il cosiddetto metodo normalizzato, quanto piuttosto mantenendo le tariffe ‘comunali’ previgenti”, oltre perché nel periodo in questione non erano stati approvati “la revisione del piano d’ambito e della tariffa per il riallineamento della pianificazione alla concreta realtà gestionale”.

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