Domani mattina Gaetano Armao tornerà a Sciacca. Direzione: gli uffici della procura della Repubblica. “Consegnerò ai magistrati un rapporto sulla situazione delle Terme, che è a dir poco disastrosa”, ha detto l’assessore regionale all’Economia al giornalista Tony Zermo, in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano “La Sicilia” di Catania.
Affermazioni destinate a scatenare un nuovo dibattito. Nel mirino di Armao sembra esserci essenzialmente il precedente governo regionale, ovverosia quello guidato da Rosario Crocetta. “Non si capisce come – dice l’attuale assessore dell’Esecutivo Musumeci – delle Terme che fino a cinque anni fa funzionavano bene siano state chiuse e l’impianto sia stato abbandonato e tutto sia stato devastato, anche l’albergo delle terme, anche il sistema degli inalatori, perfino i tapis roulant, tutto come se fosse esplosa una bomba. Qualcuno – conclude Armao – deve pur essere responsabile di questo disastro, lo accerterà la magistratura”. Poi Armao annuncia anche lo scadenziario da lui stabilito per il futuro. “Entro un mese partirà il bando per la gestione delle Terme regionali di Acireale e Sciacca. Le daremo in affitto per almeno 99 anni”.
Armao nella sua intervista parla anche di quanto accaduto ad Acireale, accusando la precedente gestione commissariale, nominata sull’onda del fallimento, di non avere fatto nulla, neanche aver permesso di accendere un mutuo da 15 milioni per il quale la Regione si era attivata. Ma quanto accaduto a Sciacca per Armao è un fatto sicuramente grave. Talmente grave che, secondo lui, bisogna accertare le colpe con un’inchiesta. Una iniziativa, quella di Armao, forse più “politica” che “tecnica”. Si sa che la decisione di chiudere le Terme fu una sorta di “spartiacque” all’interno del mandato dell’allora sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, che forse proprio per colpa di questa vicenda non si è ricandidato, avendo avuto un po’ la sensazione di essere una sorta di “vittima predestinata” da parte di un Esecutivo regionale che non volle sentire ragioni in ordine alle sue continue richieste contro la chiusura degli impianti. Finì, Di Paola, nel tritacarne dell’insoddisfazione popolare, malgrado non avesse responsabilità. Le carte alla procura sono, dunque, una sorta di “riconoscimento” politico da parte di Gaetano Armao, alle cui posizioni non a caso Di Paola si è avvicinato, all’interno di Forza Italia. Ma alla magistratura interessano i fatti concreti, non certo quelli politici. Se Armao dice che la vicenda contiene, dal suo punto di vista, elementi di responsabilità penale, la questione torna a farsi più che interessante. Per il resto, l’indicazione di un mese per la predisposizione del bando (che, come abbiamo appreso nei giorni scorsi dallo stesso Armao dovrà fare la Regione e non più il comune) è l’indizione del nuovo “conto alla rovescia” per riprendere un cammino inesorabilmente interrotto. E, forse, per dare ai politici di Sciacca nuovi temi per litigare tra loro