La proposta del comitato civico Terme di Sciacca presenta alcune differenze sostanziali rispetto alle altre avanzate nei giorni scorsi. Elementoncentrale di un lungo documento presentato questa mattina durante una conferenza stampa davanti allo stabilimento delle Terme è quello di “difendere e preservare una visione futura di sviluppo termale che faccia perno sull’unitarietà di gestione di quei beni strategici come “core business” dell’identità termale, in quanto strettamente connessi a tale visione della città e che fino a otto anni addietro sono stati del tutto funzionali all’utilizzo, anche sanitario, del patrimonio termale”. Questi beni sono l’intero stabilimento termale di piazzale Abisso, compresa la parte a suo tempo destinata a bar delle terme; le grotte vaporose del Monte Kronio; le piacine di acqua sulfurea. Partendo da qui il comitato chiede al sindaco, Fabio Termine, di assumere un ruolo guida e farsi promotore di garantire una costante informazione all’opinione pubblica coinvolgendo sindaci e consigli comunali del territorio; che tale strategia venga fatta conoscere alla Regione; che la Regione adempia agli accertamenti e alle incombenze suggerite dal professore Faraci nella relazione oggetto di delibera della giunta Musumeci; che vengano approfonditi i contatti con Cassa Depositi e Prestiti e nuove possibilità attraverso il Pnrr; che il bando pubblico per i beni termali “venga formulato con i contenuti più idonei e adeguati”; che venga “tenuta in considerazione ogni possibile sinergia funzionale tra lo stabilimento termale e il Grand Hotel delle Terme per non compromettere eventuali interessi imprenditoriali che dovessero eventualmente indirizzarsi sull’accoppiata stabilimento termale-albergo”. Il comitato non manca di bollare ancora una volta come “scelta sbagliata e sciagurata dell’allora governo Crocetta che il 6 marzo 2015 porto’ alla chiusura delle Terme di Sciacca e di Acireale” e di aggiungere che “il quinquennio del governo Musumeci è passato senza che si facesse nulla di serio per far corso realmente a quella privatizzazione nella gestione dei complessi termali”. I tre milioni di euro stanziati per interventi di manutenzione urgente “un pannicello caldo che giace ancora in un cassetto”. Da luglio 2022 Sciacca ha un nuovo sindaco “dal quale era arrivato l’impegno di dedicare alla questione termale il primo rilevante atto della propria amministrazione con un consiglio comunale aperto sull’argomento e l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente che coinvolgesse tutte le migliori forze della città, impegno finora non mantenuto”. E al nuovo governo regionale secondo il comitato “non risulta che la questione termale di Sciacca sia stata presentata nella sua interezza e con il supporto di una ben definita strategia territoriale”.
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