“Faccio seguito alle vicende degli scorsi giorni che sul tema delle Terme hanno movimentato il dibattito politico nella nostra città”. Lo scrive in una lunga nota il deputato Mangiacavallo che interviene sulla vicenda.
“Appare oggi chiaro – si legge – a tutti che l’amministrazione comunale, nel tentativo di portare avanti un’azione eclatante per accendere i riflettori sulla questione Terme, abbia commesso alcuni errori grossolani che ne hanno condizionato il risultato. Errori sul piano istituzionale che hanno generato frizioni con la presidenza della Regione Siciliana. E per tale motivo non mancherà l’impegno (in primis il mio e quello di Margherita La Rocca) per ricucire i rapporti al più presto affinché di questo non debbano pagarne le conseguenze i saccensi. Errori sul piano politico perché prima di avviare qualsiasi iniziativa, se non si vogliono strumentalizzazioni di parte, è necessario coinvolgere tutte le forze civiche e politiche della città, dapprima informarle e poi studiare insieme un piano di azione condiviso. Tutto ciò non è accaduto ma è auspicabile, come richiesto dal Comitato Civico per le Terme di Sciacca, che d’ora in avanti si possa procedere in maniera condivisa e partecipata”.
“Oggi – continua – escludendo altre fughe in avanti, è necessario innanzitutto che vi sia un confronto pubblico che veda la partecipazione di tutti gli attori protagonisti della vicenda, dai soggetti politici (amministrazioni, deputazione, ex consiglieri comunali, forze politiche) ai soggetti civici (comitati, associazioni, organi di informazione) e che la cittadinanza venga informata su quanto accaduto negli ultimi mesi. E che poi, insieme, si possa delineare un percorso che porti alla valorizzazione, alla riapertura, al rilancio del patrimonio termale. Nessuno a Sciacca vuole le Terme chiuse. Che sia chiaro”.
“Ho fatto diverse richieste – aggiunge – di accesso agli atti con lo scopo di ricostruire i tasselli mancanti di una vicenda culminata nella protesta di questi giorni, anche per scoprirne, fino in fondo, le reali motivazioni. Perché se una iniziativa parte dal basso verso l’alto ogni azione di protesta è legittimata finanche dalla mancanza di pazienza degli stessi cittadini ma se questa parte invece dall’alto verso il basso vanno cercate le motivazioni istituzionali oltre che politiche. Ragioni che ad oggi non appaiono ancora chiare. Alcuni documenti mi sono già stati consegnati e ho il piacere di condividere con voi una nota del 07/05/2021 che ho ritenuto interessante. Si tratta di una relazione che il Servizio Demanio e Patrimonio ha inviato all’assessore all’Economia.
In questa nota si fa riferimento ad una specifica richiesta che INAIL (interessata ad acquisire il patrimonio termale) aveva inoltrato a Terme di Sciacca SPA, rimasta a tutt’oggi inevasa, e per la quale, da come si evince dalla missiva, si stanno raccogliendo informazioni per fornire una risposta. Tralasciando questo aspetto, che si potrà certo approfondire in altra occasione, la nota del Dipartimento cita una riunione, alla quale aveva partecipato anche l’amministrazione comunale di Sciacca, datata 14/09/2021 durante la quale i convenuti avevano concordato un percorso da sviluppare in diverse fasi e attraverso alcune attività”.
Tale percorso doveva culminare con la pubblicazione di un nuovo bando di affidamento della gestione (che prescinde INAIL), visto che anche quello del 2020 era andato deserto. Il Dipartimento sembra suggerire all’amministrazione regionale quegli investimenti per interventi strutturali che poi sono diventati oggetto della delibera di Giunta del 14 maggio. Quindi in epoca antecedente alla conferenza stampa della sindaca di Sciacca. Cosa è avvenuto nel frattempo? Ovviamente da cittadino di Sciacca spero che quanto poi accaduto non sia stato che l’esclusiva ricerca di scena politica da parte del suo partito di riferimento, perché sarebbe davvero triste. Concorderete con me che sulle Terme i saccensi non consentono più speculazioni di tipo pre-elettorale, elettorale o post-elettorale. In passato ne sono state già fatte abbastanza.