Si e’ ritrovata dinnanzi l’azione vandalica di un gruppetto di ragazzi e capendo il pericolo li ha immediatamente richiamati, ma ha ricevuto insulti e minacce rischiando di essere sul punto di essere aggredita quando ha poi deciso di fotografare l’auto del gruppo di bulli del sabato notte di Sciacca.
“Sono profondamente schifata – ha scritto la cittadina raccontando quando accaduto sul proprio profilo Facebook – da un fatto successo lo scorso sabato notte.
In via Licata, Sciacca, un gruppo di ragazzetti, ventenni ,evidentemente non proprio sobri, mettevano quel grosso blocco di cemento al centro della strada, lasciandolo lì, cosa estremamente pericolosa visto che molti,soprattutto a tarda notte, in via Licata, corrono con le macchine.
Mi sono permessa di rimproverarli per questo comportamento pericolosissimo .Che mai lo avessi fatto!!
Sono stata insultata con parole irripetibili, aggredita verbalmente e, per poco, non fisicamente perché mi sono permessa di rimproveri e di fare una foto al blocco di cemento”.
Non e’ il primo episodio vandalico registrato nel fine settimana a Sciacca proprio in quelle zone. Episodi che talvolta si concludono con danni ai beni comuni o a cose dei privati. Spesso, in risse.
“Erano una ventina – continua a raccontare – e a pochi centimetri dalla mia faccia sono stata minacciata, insultata, volevano il mio telefono per vedere le foto.
“E tu cu si,carrabbinera?Mi fanno schifo i carrabineri a mia e a tutta a me famighia, tu non sai chi sono io, un nu sai cu è me pa, ora a tia ci penso io “ecc …Non scrivo gli insulti grezzi perché sono facilmente indovinabili”.
L’episodio non ha per nulla intimorito la cittadina che ha deciso di raccontare la disavventura sui social e pubblicare quanto fotografato quella sera compreso il blocco di cemento spostato “dal branco”.
“Ma veramente -si e’ infine chiesta in una riflessione – gli si deve far fare tutto quello che vogliono?
Veramente non gli si può dire nulla senza essere aggrediti?
Non sono il tipo che si lascia intimorire, e soprattutto se mi dicono “non sai cu è me pa’ ” mi nasce una innata curiosità di conoscerlo, a to pa’, per vedere se la mela non è caduta lontano dall’albero o se sei solo un cagnolo che fa il bullo perché in compagnia.
Vedremo…”.