“I provvedimenti urgenti con i quali vengono istituite le cosiddette zone rosse per arginare i contagi da covid-19 non piovono di certo dal cielo ma sono il frutto di comportamenti sia individuali che collettivi legati a cali d’attenzione, imprudenze o, peggio, ad atteggiamenti irresponsabili dinanzi alla minaccia del virus”. E’ questo il pensiero con il quale il commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Mario Zappia, alla vigilia dell’entrata in vigore delle restrizioni annunciate dal presidente della Regione siciliana per il comune di Santo Stefano di Quisquina, commenta con evidente amarezza l’istituzione di una nuova zona rossa nell’agrigentino. “Al pari di situazioni analoghe registrate nel recente passato in altri comuni della provincia – afferma Zappia – si assiste a pericolosi focolai d’infezione scaturiti da episodi, come eventi conviviali o cerimonie, vissuti spesso con colpevole leggerezza e senza il rigoroso rispetto delle prescrizioni anti-contagio che finiscono purtroppo per trasformarsi ben presto in problemi di salute per i partecipanti”.
Il provvedimento adottato dalla Regione avrà validità dal 2 al 10 giugno ed è finalizzato a fermare le diffusione del virus nel comune agrigentino. “Si spera che l’istituzione della zona rossa serva a normalizzare presto la condizione epidemiologica a Santo Stefano di Quisquina – conclude il commissario ASP – ma il mio auspicio è che l’episodio serva a sensibilizzare, una volta di più, la popolazione di tutta la provincia ad essere cauta ed accorta. Il virus è attivo e presente nonostante una certa flessione dei contagi e né l’arrivo della bella stagione né l’allentamento delle restrizioni sul piano nazionale devono indurci a fare scelte irresponsabili”.
Zona rossa per Santo Stefano, il commissario Zappia: “Sono frutto di comportamenti sbagliati”
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