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8 Marzo, Maria Iacono: “Donne oggi protagoniste, ma bisogna fare ancora molto”

“Il nuovo protagonismo al femminile, che contraddistingue  le istituzioni democratiche del nostro Paese, rappresenta un fatto nuovo, ed è un segno di rinnovamento e di civiltà. È la considerazione di Maria Iacono, parlamentare nazionale del Partito Democratico, in occasione della Giornata internazionale della donna. A giudizio dell’ex sindaca di Caltabellotta, “grazie alla legge sulla parità di genere, le donne che  si distinguono con merito nelle amministrazioni degli Enti Locali rappresentano  una straordinaria esperienza rispetto alla quale non bisogna tornare indietro”.

In tal senso è interessate la statistica pubblicata ieri da Repubblica e oggi ripresa proprio dall’on. Iacono: se appena trent’anni fa le sole donne che ricoprivano la carica di sindaco in Italia erano 145, oggi questo numero è salito a 1097. Molte di queste donne rappresentano città difficili, di frontiera , dove i sindaci spesso  incarnano le esigenze di cambiamento di un intera comunità, caricandosi sulle proprie spalle il peso di territori complicati, dove ancora forte è il radicamento delle organizzazioni criminali. Oggi la presenza femminile nelle due camere parlamentari si assesta sul 30% del totale. “Quella attuale – osserva Maria Iacono – è la legislatura che tanto sta facendo per le donne. L’approvazione della convenzione di Istanbul, la norma sul femminicidio e la violenza di genere, o ancora la lotta parlamentare contro le dimissioni in bianco, la concessione di un nuovo bonus bebè, l’approvazione del divorzio breve ed il nuovo testo sulle unioni civili, hanno segnato in positivo un percorso di conquiste.

“Oggi – conclude Maria Iacono – l’Italia, anche se in ritardo rispetto ad altre democrazie continentali, può contare su una classe dirigente che comprende anche le donne , conquista questa inimmaginabile se guardiamo indietro di venti o trent’anni. Occorre affrontare in maniera più concreta il tema del lavoro, che soprattutto al sud rappresenta una priorità non più rinviabile”.

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