È stato lungo la Palermo-Sciacca che il “giornalista” (sic!) della rivista francese “Auto Moto Magazine” ha realizzato il discusso videoservizio, pubblicato su Youtube, che propaganda un modello della casa automobilistica Skoda. Con, in sottofondo, la (bellissima) musica de “Il Padrino” del maestro Nino Rota, durante la presentazione della vettura, aprendo il portabagagli, ad esaltazione della sua inimitabile capienza, si vede di spalle un uomo “incaprettato”. Lo speaker aggiunge che “in Sicilia si usa fare così”. Certo, ha ragione: chi di noi non viaggia abitualmente con un uomo incaprettato dentro il baule? Scherzi a parte, in un mondo che corre a mille all’ora, gli stereotipi sono duri a morire. Sicilia=mafia è, tradizionalmente, un assioma dove cultura e sottocultura si scontrano, generando il solito corticircuito del luogo comune. Ma siamo così certi che le reazioni piccate e indignate siano la risposta migliore di fronte a questi episodi? Come quando, ormai molti anni fa, il celebre settimanale tedesco Der Spiegel pubblicò in copertina una pistola che “condiva” un piatto di spaghetti, a simboleggiare l’emergenza criminalità in Italia. Che, poi, luogo comune per luogo comune, gli spaghetti di quella foto erano stati cucinati sicuramente da un tedesco, visto che erano scotti, incollati e di conseguenza immangiabili. Solo se non si ritenga di far scoppiare un caso ad arte è giustificabile un tipo di provocazione di questo tipo. Ma noi siciliani come dobbiamo reagire? Indignarci? Ancora? Sì, se servisse a qualcosa potremmo anche farlo. I politici si indignano (in nome e per conto) nel tentativo di solleticare un sentimento sciovinista, ovviamente appropriandosene. Indugiando per una volta nel benaltrismo di maniera, forse sarebbe il caso che i siciliani si indignassero per altre cose, assai più importanti. Insomma: la risposta migliore potrebbe essere l’indifferenza. Perché la Sicilia ha tanti di quei problemi (veri) che attardarsi ad esprimere riprovazione per questi simboli di profonda ignoranza alla fine rischia di farci perdere solo tempo. E forse è anche questa la strada per vincere il razzismo e il pregiudizio. Perché se noi siciliani non accettiamo questi preconcetti sulla nostra straordinaria storia, allora è chiaro che non abbiamo il diritto di esprimerne nei confronti degli altri. A partire, per esempio, dagli esseri umani che giungono dalle nostre parti.