“Da 700 spettatori del primo esperimento, siamo arrivati a 2000 biglietti venduti nell’ultimo mercoledì del cinema2day, lo scorso 8 febbraio”. Così Sino Caracappa, patron delle multisala Badia Grande e Campidoglio, commenta i dati che riguardano la realtà saccense, dove le cinque sale disponibili sono state sempre più prese d’assalto dal pubblico che ha approfittato della campagna del cinema a 2 euro promossa dal Ministero dei beni culturali e iniziata a settembre. Ogni secondo mercoledì del mese le sale si sono riempite. Un dato confortante sul piano culturale ma, come sempre, non manca l’altra faccia della medaglia. Sì, perché l’iniziativa è scaduta, e se il Ministro Dario Franceschini ha già chiesto a produttori, distributori e gestori delle sale cinematografiche di prorogarla per altri 6 mesi, gli addetti ai lavori sono un po’ perplessi. Di fatto questo progetto non ha previsto alcun risarcimento da parte del Governo. Insomma: per la crescita culturale questo sacrificio è stato sostenuto solo dal mondo del cinema. Le organizzazioni, tra cui la Fice, la Federazione Italiana Cinema d’Essai di cui Sino Caracappa è vicepresidente vicario, hanno avanzato delle richieste specifiche al Governo tendenti a scongiurare il rischio di riempire le sale il secondo mercoledì del mese ma, di fatto, di svuotarle nel resto della settimana. Ma c’è di più. Se le case di produzione e distribuzione italiane accettano, loro malgrado, di rinunciare ad introiti significativi, le grandi major statunitensi non vogliono saperne di incassare royalties più basse, e pretendono quanto gli spetta, perché la campagna è tutta italiana, e non è un problema che le riguarda. La trattativa è tuttora aperta, col risultato che al momento non si sa ancora se l’esperimento sarà di nuovo ripetuto e, dunque, non è ancora certo che mercoledì 8 marzo si potrà tornare al cinema a vedere lo spettacolo preferito pagando appena 2 euro. Si sa che il Ministro Franceschini crede tantissimo in questa iniziativa. Tuttavia la nuova legge sul Cinema, recentemente approvata, non ha ancora visto la pubblicazione degli attesi decreti attuativi. È un caso?