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La tragedia di Vincenzo non ferma il Carnevale. Ma è la decisione più giusta. E vi spieghiamo il motivo

La tragedia della famiglia Soldano è uno squarcio drammatico nell’aura carnevalesca. Sciacca aveva già sperimentato questo clima appena due anni fa, dopo la morte di Sebastian. Che, incredibile a dirsi, di cognome faceva Soldano. Pure lui. Vicenda che ha fatto ripartire il dibattito, soprattutto sui social. Ha ragione da vendere l’organizzazione della manifestazione a sottolineare che, oggi, qualunque scelta si compia, il rischio è di commettere un errore. C’è, infatti, chi continua ad invocare una sospensione delle operazioni. Per la serie: silenzio, fermiamoci, riflettiamo su quello che è accaduto, domani ricominceremo a ballare. È la cosa giusta da fare? Noi di Risoluto.it pensiamo di no. E spieghiamo il nostro punto di vista.

Due anni fa, negli stessi minuti in cui eppure erano a dir poco devastati dal dolore, i genitori di Sebastian diedero una lezione esemplare a quella Sciacca che, manco a dirlo, si divise tra chi avrebbe voluto bloccare la festa e chi, al contrario, chiedeva di onorare il ricordo del ragazzo nel segno dello spettacolo che, comunque, doveva andare avanti. “Seby amava il Carnevale, non sarebbe d’accordo se la festa si fermasse”. Fu così che, in una certa misura, i familiari incoraggiarono l’allora amministrazione guidata da Fabrizio Di Paola a prendere la decisione di andare avanti con la manifestazione.

È chiaro che oggi nessuno di noi vorrebbe trovarsi nei panni del papà e della mamma del povero Vincenzo, la cui vita ieri si è infranta sul palo di via Mazzini. E a loro, in questo momento, giustamente, interessa assai poco del Carnevale. Piangono il loro ragazzo, al momento non sanno nemmeno se e come riusciranno ad andare avanti, come gestiranno la prova alla quale la vita li sta sottoponendo.

La scelta del minuto di raccoglimento e delle luci spente sul palco è quella corretta. Perché è giusto rendere omaggio alla memoria di Vincenzo all’interno di una manifestazione che, però, non è una festa privata ma, al contrario, un evento pubblico, che richiama anche migliaia di persone che vengono da fuori. Nessuno farà finta di niente, stasera e nei prossimi giorni. La tristezza per la morte di Vincenzo aleggerà attorno alla festa. E non c’è alcuna ipocrisia nelle iniziative assunte per scongiurare il rischio di trascurare questa immane tragedia. Lasciamola stare, l’ipocrisia, per favore, ché viviamo tutti in una condizione di contraddizione permanente.

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