Il romanzo del giovane scrittore saccense Giuseppe Patti, vincitore di numerosi concorsi nazionali di scrittura e poesia, andrà in stampa a settembre. “Il Gran Finale” è il titolo del romanzo illustrato da Francesco Raso, e ha come protagonista le vicende di un siciliano naufragato in Emilia. Ecco un estratto del romanzo:
” Cosentino non credeva fosse possibile, ma era preoccupato. E non era una preoccupazione dipinta dalla convenienza, benché consapevole che se il professore non fosse riapparso sarebbe stato un licenziamento implicito. No, aveva paura per Salvatore Messina, quel romanziere minuto, acerbo e brillante, quel siciliano naufragato in Romagna, col cuore giallorosso, quel furfante ragazzino che sapeva cavarsela sempre grazie a un numero sconfinato di balle. Balle? Ricordava le loro chiacchierate, dispute a chi la sparava più grossa. In realtà, Messina non sparava mai, anzi, sparava con una sola cartuccia, quella giusta, e concedeva il vantaggio a Tommaso di usarne quante ne voleva. Cosentino sparava all’impazzata, senza riuscire a colpire il piattello. Messina pazientava, ed eccola lì, l’occasione propizia, la minchiata, come la chiamava lui, la minchiata propizia, detta da Tommasino al momento giusto, per fare punto. Qualcuno potrebbe pensare che la partita fosse regalata, che il professore vinceva perché erano gli avversari a essere scadenti. Sbagliato. Qualcun altro potrebbe teorizzare che il suo fucile fosse fabbricato a regola d’arte. Altrettanto sbagliato. Tanti e per secoli hanno goduto del dono dell’ironia. La lubrificavano prima di riporla nell’arsenale, controllavano gli ingranaggi. Il fucile però, non sempre, è vero, è unico per tutti. Conta chi spara, e cosa spara. Messina aveva buona mira, e i proiettili, la triste e cruda verità, ti sfracellavano il cranio e l’esistenza”.