È stato martedì scorso alla Multisala Badia Grande che, durante la presentazione di “Strabuttanissima Sicilia”, Pietrangelo Buttafuoco ha appreso la strana storia delle Terme di Sciacca e della loro chiusura, decisa dalla Regione, azionista di maggioranza. Di fronte all’ennesimo esempio di devastazione della cultura e della dignità di un popolo, il grande scrittore e giornalista ha individuato il migliore degli spunti possibili per un articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” in edicola oggi. Un’occasione per offrire alla platea nazionale la bizzarria di una storia che è simbolo di un malcostume politico, come gli impianti di proprietà pubblica purtroppo riescono ad essere. E alle Terme Buttafuoco associa il Villaggio Mareneve di Catania. Anche di questo ha parlato martedì scorso. Ecco un frammento del testo dell’articolo pubblicato oggi.
Da “Il Fatto Quotidiano” del 16 ottobre 2017. di Pietrangelo Buttafuoco. Baden-Baden potrebbe mai chiudere le proprie terme? Risposta: mai. A Sciacca, invece, in Sicilia, le terme selinuntine, sì. L’incantevole balcone affacciato sul vanto vivo del mare Mediterraneo – il largo curvone di piazzale Abisso, a ridosso di Coda di Volpe – si tiene alle spalle gli edifici delle fu Terme, da quattro anni ormai rosicchiati dal nulla ed è ovvio chiedersi cosa succederebbe mai se a Saturnia, nel grossetano, sbaraccassero baracche e burattini intorno alle sorgenti termali per farne niente. Come niente di niente s’è mai fatto – sempre a Sciacca – dell’imponente albergo, di proprietà pubblica, issato nei pressi del santuario di San Calogero, sul monte Cronio le cui “grotte vaporose” erano – e potrebbero tornare a essere – meta di salute e voluttà per un turismo da gran denari, votato al beauty, al benessere e al relax. Arredato, mai abitato. Inaugurato e poi destinato a tempi migliori, l’albergo è ostello dei topi e nulla più. Niente è più buttato di una proprietà pubblica.