DA “reuccio” di Sicilia a detenuto. Il regista agrigentino Marco Gallo ha seguito per ben 1768 giorni, l’ex governatore Totò Cuffaro per raccontare la parabola di un uomo dapprima campione dei consensi nell’isola, i guai giudiziari che lo hanno portato al cercere con la condanna di associazione mafiosa e infine, la prigione e la vita dopo il carcere.
“Ho voluto raccontare questa storia perché una persona che decide di pagare per gli errori commessi merita maggior rispetto di chi vuole avere sempre ragione – così ha spiegato le ragioni della scelta del soggetto per la sua pellicola il regista, Marco Gallo – Non si è mai difeso, ha rispettato ed affrontato la sua sentenza ed oggi vive la sua seconda possibilità con la vita”.
“1768 giorni: Totò Cuffaro diventa un film”. È questo il titolo dell’opera cinematografica, che racconta la metamorfosi di un uomo di potere fino all’ascesa e la rinascita con la detenzione.