Anche Papa Francesco ha reso omaggio questa mattina a colui che ha definito “servo di Dio” Rosario Livatino, passato alla storia con la definizione di “Giudice ragazzino”, appellativo datogli dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Era il 21 settembre del 1990 quando, mentre percorreva la Canicattì Agrigento, per raggiungere il suo ufficio al palazzo di giustizia. Ad ucciderlo: quattro killer assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Livatino era a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta color amaranto, quando fu speronato dall’auto dei killer. Tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi limitrofi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola. Del delitto fu testimone oculare un agente di commercio, sulla base delle cui dichiarazioni furono individuati gli esecutori dell’omicidio. Nei mesi scorsi la memoria di Livatino fu oltraggiata dal danneggiamento ad opera di ignoti della stele commemorativa situata sul luogo del delitto.