Chi ha interesse ad affossare l’acqua pubblica in aperto contrasto con la volontà popolare? Se lo chiede in una nota, l’Inter. Co.Pa.
” In anni remoti – si legge nella nota a firma del coordinatore Franco Zammuto – erano i filosofi a guidare i popoli nelle scelte politiche, nel senso di scelte volte a beneficio della collettività. E, considerata l’ignoranza a quei tempi di gran parte degli uomini, era cosa buona e giusta. Oggi la politica deve essere, invece, indirizzata e diretta esclusivamente dal voto e dalle aspettative della maggioranza dei cittadini, che certamente sono informati e sono attenti rispetto alle esigenze e agli interessi della collettività, da loro devono, quindi, provenire le indicazioni vincolanti per politici ed amministratori. E i politici devono dare conto e ragione delle loro scelte, specie quando la volontà popolare è stata pubblicamente e apertamente manifestata, in maniera quasi unanime. Cosa può accadere, allora, se il mandato popolare viene tradito? E’ lecito porsi la domanda. E’ ciò che sta avvenendo all’Assemblea territoriale idrica della provincia di Agrigento. Provincia nella quale almeno 140mila cittadini hanno, con varie modalità, più volte chiesto, senza possibilità di equivoco alcuno, la costituzione di un’azienda speciale consortile pubblica per la gestione del Servizio Idrico Integrato. Oggi invece siamo costretti a constatare che molti dei 43 Sindaci – che, ipocritamente, avevano già votato per l’acqua pubblica – stanno ora subdolamente creando le condizioni per fare fallire il progetto del nuovo gestore AICA , costituito da meno di un anno. E’ da tempo che Inter.Co.PA non interviene sull’argomento, nonostante le ingiustificate inefficienze e il mancato decollo dell’attività di AICA, in considerazione del fatto che, sia il “Cartello Sociale” – costituito dalle OO.SS. Provinciale e da associazione e comitati Provinciali – sia il Prefetto di Agrigento, hanno spiegato benissimo le ragioni del perché AICA, a parte le attuali turbolenze in seno agli organismi interni, non decolla, attribuendo al mancato versamento della propria quota sociale da parte di molti comuni, l’impossibilità per il nuovo Ente di dotarsi di quei fondi assolutamente necessari per poter provvedere a tutti i gravi problemi che riguardano la rete idrica, le fogne e i depuratori dell’intero territorio provinciale, che non sono in condizioni se non ottimali, nemmeno accettabili. E ciò sicuramente non per colpa del nuovo pubblico gestore. Oggi che la situazione è veramente un disastro il comitato Inter.Co.PA si chiede se non sia legittimo che comitati, associazioni e sindacati sensibilizzino i cittadini per avviare una ferma, e decisa protesta sociale e di popolo contro quei Sindaci che, preoccupati per il consenso elettorale e di poter scatenare la loro reazione, si sono finti disponibili a realizzare le giuste istanze provenienti dalla volontà popolare, salvo poi tradirle per perseguire diversi e oscuri disegni. Si dovrebbe invece rimanere ancorati alla ferma volontà della maggioranza dei cittadini e puntare all’ottenimento di un servizio efficiente che porti al miglioramento degli impianti ed alla riduzione delle tariffe, fra le più alte in Italia. Compiti che solo un Ente pubblico ben gestito e non boicottato – mediante “pratiche” più o meno evidenti o più o meno nascoste – è in grado di portare a termine, dovendo soltanto pareggiare costi e ricavi e non produrre profitti”.