Agrigento

Condannato il Libero Consorzio di Agrigento per sospensione servizio studenti disabili

La famiglia di una studentessa disabile non autosufficiente delle scuole superiori ha fatto causa al Libero Consorzio dei Comuni per aver prima sospeso il servizio e poi la riduzione illegittima delle ore del servizio di assistenza Igienico Personale, stabilite dal PEI (Piano Educativo Individualizzato), stilato e approvato dal GLO (Gruppo di Lavoro Operativo) presieduto dal dirigente scolastico con la collaborazione dei docenti, compreso quello di sostegno, e dalla famiglia. 

Ad ottobre scorso la famiglia ha posto in essere il procedimento contro il Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento, il quale costituitosi comunicava di aver provveduto al ripristino delle ore previste dal PEI.

Dopo l’udienza dell’otto febbraio del 2023, il Tribunale di Agrigento ha emesso un’ordinanza che da ragione alla famiglia.

Nella stessa ordinanza, il giudice tra le altre cose ha osservato:”….che ogni condotta, anche omissiva, dell’Amministrazione, che abbia l’effetto di porre il soggetto disabile in condizione svantaggiata rispetto agli altri, rientra necessariamente nella nozione di discriminazione c.d. indiretta…”; e, citando una sentenza della Corte di Cassazione: “…..il diritto della persona disabile all’istruzione si configura come diritto fondamentale…e la Pubblica amministrazione deve attivarsi per la sua garanzia mediante le doverose misure di integrazione e sostegno atte a rendere possibile  ai portatori di disabilità la frequenza delle scuole”.

“Alla luce di quanto avvenuto – commenta il segretario della CGIL, Alfonso Buscemi è lecito chiedersi se, per garantire il diritto allo studio degli studenti disabili, il Consorzio dei Liberi Comuni di Agrigento, visto che non è la prima volta, abbia necessariamente bisogno delle ordinanze del tribunale che, tra l’altro hanno un costo – conclude il rappresentante sindacale – sarebbe giusto che a pagare sia chi sbaglia o non fa bene il proprio dovere. Troppo comodo adesso fare  pagare la collettività. Siamo dispiaciuti che una famiglia sia costretta a ricorrere al tribunale per difendere il diritto della figlia disabile e pagare somme sottratte alle già scarse finanze familiari” .

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