“La società dei fratelli Firetto, a seguito di lavori e investimenti ingenti, ha restituito alla collettività un bene storico ed architettonico che altrimenti sarebbe stato destinato all’oblio e alla sicura rovina, con un lavoro di restauro, se non perfetto, comunque nel complesso rispettoso dell’originale”.
Il presidente della seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, Wilma Angela Mazzara, ha depositato le motivazioni del provvedimento del riesame con cui è stato disposto il dissequestro del Castello Colonna, vecchio complesso monumentale di Joppolo Giancaxio risalente ai primi del Settecento, che la famiglia del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, ha acquistato una decina di anni fa per restaurarlo e destinarlo a banchetti nuziali. “Il Tribunale del Riesame, non ravvisa alcuna violazione della normativa edilizia e paesaggistica, giacché il complesso risulta ristrutturato nel rispetto, per quanto possibile in ragione della natura e tipologia del bene, dell’originale, ed in conformità delle concessioni e autorizzazioni rilasciate dal Comune di Joppolo Giancaxio e della Soprintendenza dei Beni Culturali e Archeologici di Agrigento”. E’ questo uno stralcio delle motivazioni con cui il Tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso degli avvocati Angelo Farruggia, Gaetano ed Enzo Caponnetto, ha dissequestrato la struttura appena venti giorni dopo la firma del provvedimento di sequestro da parte del Gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano. Secondo il pubblico ministero Antonella Pandolfi e il gip Francesco Provenzano, che qualche giorno prima di Natale ne ha disposto il sequestro, il complesso sarebbe stato abusivo. Nel mirino una serie di opere, interne ed esterne, che – secondo l’accusa – sarebbero state illegittime. I giudici, dunque, che lo scorso 8 gennaio, poco dopo l’udienza, avevano disposto il dissequestro, accogliendo il ricorso dei difensori, gli avvocati Angelo Farruggia, Gaetano Caponnetto e Antonino Reina, adesso demoliscono l’impianto accusatorio.