I Carabinieri del Reparto Operativo e del Nucleo
Investigativo del Comando Provinciale di Agrigento, hanno tratto in arresto tre persone residenti a Licata, e Ravanusa per numerosi gravi reati di estorsione, furto pluriaggravato, incendio doloso, inquinamento ambientale.
Uno di essi è anche indagato per tentato omicidio in danno di un cittadino extracomunitario
senza fissa dimora. Due tra questi sono autori in concorso con altri dell’incendio doloso ai danni della ditta Omnia di Licata del gennaio scorso che ha causato, secondo le misurazioni effettuate nell’immediatezza dall’Arpa Sicilia, una grave compromissione dell’aria per la diffusione di sostanze altamente tossiche in percentuali di gran lunga superiore a quelle tollerate dalle norme e dalle linee guida internazionali in tema di inquinamento atmosferico.
Oltre ai tre arrestati sono indagate altre 11 persone.
Le indagini avviate dai Carabinieri e disposte dlla Procura di Agrigento con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali protrattesi per circa 10 mesi, hanno consentito di disegnare uno spaccato di micro e macrocriminalità in un ambito sociale di emarginazione e degrado nel territorio di Licata ma soprattutto dei centri di Ravanusa e Campobello di Licata, con riflessi sui comuni vicini.
Gli indagati tratti in arresto avevano
possesso di armi da fuoco e utilizzavano violenza e il metodo delle intimidazioni nei confronti delle vittime.
Preoccupante la facilità con cui agivano
nell’aggressione fisica per la commissione di reati di rapina.
Nell’episodio di tentato omicidio, in particolare l’arrestato ha agito con una spranga di ferro ai danni di un cittadino extracomunitario, un omicidio effettuato s mandato e senza un reale movente.
L’autore, già noto agli inquirenti nelle indagini effettuate, per essere anche uno degli autori dell’incendio
doloso ai danni della ditta Omnia, si caratterizza per essere una persona di indole estremamente violenta, che agisce in proprio ed altresì su mandato di persone in parte non identificate, nella commissione di reati contro il patrimonio e la persona. Alcuni dei reati commessi dagli indagati sono scaturiti dal bisogno spasmodico di alcuni degli indagati di approvvigionarsi quotidianamente di sostanza stupefacente di tipo cocaina/crack, da cui sono dipendenti, per cifre che superano i 50 euro al giorno, con la necessità di pagare i debiti contratti e di procurarsi il minimo indispensabile per vivere.
Attivata anche la collaborazione internazionale di polizia nel corso delle indagini, che ha consentito di arrestare in Germania due persone di Licata, condannate per gravi reati di estorsione
con “cavallo di ritorno” a pene severe.
Uno dei due, a seguito di Mandato d’arresto europeo, e’ già in Italia.