E’ stato il giudice del lavoro di Agrigento a dichiarato illegittimo il licenziamento per l’insussistenza dei fatti contestati di un medico assunta all’Azienda ospedaliera di Agrigento. Il giudice ha condannando la stessa azienda a reintegrare la ricorrente nel posto di lavoro , nonchè a corrispondere alla stessa un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale dal giorno del licenziamento fino alla reintegrazione.
Il caso ha riguardato la dottoressa, L.M., di 45 anni che ha prestato servizio presso l’ASP di Agrigento come dirigente medico fino al marzo 2018, allorquando è stata licenziata senza preavviso dal commissario dell’Asp.
Il provvedimento di licenziamento faceva rinvio a due contestazioni disciplinari, la prima avente ad oggetto una asserita falsità dichiarativa commessa in occasione dell’instaurazione del rapporto di lavoro, la seconda afferente la presunta assunzione di sostanza stupefacente.
Gli avvocati Girolamo Rubino e Mario La Loggia che hanno assistito legalmente la dirigente hanno dimostrato che prima ancora dell’assunzione presso l’ASP di Agrigento la Procura della Repubblica competente aveva già chiesto l’archiviazione di un procedimento penale a carico della ricorrente, ingenerando in quest’ultima il convincimento che il procedimento si fosse definitivamente concluso; ed ancora che anche l’altro fatto posto a fondamento del licenziamento, rappresentato dall’asserito uso di sostanze stupefacenti da parte della ricorrente, fosse insussistente e comunque privo di rilevanza disciplinare, atteso che la condotta lavorativa della ricorrente appariva esente da anomalie o negligenze astrattamente riconducibili al presunto uso di sostanze stupefacenti , e che comunque la ricorrente si era sottoposta ad esami tossicologici ed a test di personalità che avevano evidenziato l’assenza di alterazioni della sfera psichica e l’idoneità al lavoro.