Malaffare in uno dei Comuni della provincia di Agrigento: è questo per sommi capi il contenuto dell’ultima lettera anonima recapitata sulla scrivania della Procura di Agrigento.
In media ne arrivano due, tre a settimana. E’ quanto afferma il sostituto procuratore di Agrigento Salvatore Vella che ha lanciato un appello attraverso il quale dalle iniziative a favore della legalità, si passi a modi concreti di attuare il principio.
“Non mettendoci il nome – ha detto il magistrato – non mettendoci la faccia, facendo nomi e cognomi, si raccontano abusi. Questo non è più il modo. Il modo è denunciare, raccontare a viso aperto quello che succede. Soltanto così potremo cominciare, in questo territorio, a parlare di imprenditoria pulita, di imprenditoria onesta e a dare visibilità e importanza alla politica pulita rispetto a chi ricopre ruoli per tentare di lucrare dalle funzioni pubbliche”.
“Questo modo di pensare – ha aggiunto il procuratore – non riguarda soltanto i cittadini comuni, mi è capitato anche di associazioni antiracket che venivano a raccontare, in maniera anonima, dei fatti. Vanno bene i convegni, vanno bene gli incontri, ma tutto questo ha un senso quando cominci a convincere i tuoi associati, gli imprenditori, i cittadini a raccontare, a denunciare senza celarsi nell’anonimato”.