Operazione dei Carabinieri di Agrigento stamane tra Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa che ha portato all’arresto di 6 persone mentre a 4 sono stati notificati gli obblighi di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.
I militari dell’Arma hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, Micaela Raimondo, del tribunale di Agrigento su richiesta della procura.
Quattro degli arrestati sono finiti in carcere, due ai domiciliari, per tre è stato disposto l’obbligo di dimora e per uno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le ipotesi di reato per i 10 arrestati è di incendio, disastro ambientale, furto aggravato, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e ricettazione.
Le indagini sono scaturite a seguito l’arresto di altre tre persone per l’incendio doloso ai danni della ditta Omnia s.r.l. con sede a Licata, verificatosi il 20 gennaio scorso e che ha causato, secondo le misurazioni effettuate nell’immediatezza dall’Arpa Sicilia, una grave compromissione dell’aria per la diffusione di sostanze altamente tossiche in percentuali di gran lunga superiore a quelle tollerate dalle norme e dalle linee guida internazionali in tema di inquinamento atmosferico.
Per due degli arrestati, entrambi tradotti in carcere, si ritiene che abbiano concorso con gli arrestati dello scorso mese a causare l’incendio della ditta.
Le indagini si sono avvalse dell’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali protrattesi per circa 10 mesi, oltre a individuare gli autori dell’incendio della ditta Omnia srl, hanno consentito di disegnare uno spaccato di micro e macrocriminalità in un ambito sociale di emarginazione e degrado nel territorio di Licata ma soprattutto dei centri di Ravanusa e Campobello di Licata, con riflessi sui comuni vicini.
L’estrema pericolosità manifestata dagli indagati tratti in arresto nelle due operazioni di oggi e dello scorso mese di ottobre, emerge con assoluta evidenza dal possesso di armi da fuoco, dalla violenza e dal clima di intimidazione nei confronti delle persone offese, dalla occasionalità di alcuni episodi di reato contro il patrimonio che denotano una preoccupante facilità nell’aggressione fisica e nella commissione di reati di rapina, e soprattutto nell’episodio di tentato omicidio con una spranga di ferro ai danni di un cittadino extracomunitario ascritto ad uno degli indagati, effettuato senza un reale movente.