Il decreto-legge sulla Pubblica Amministrazione è attualmente all’esame della Camera e potrebbe segnare una svolta per milioni di dipendenti pubblici in Italia. Dopo anni di blocchi contrattuali e tagli alle risorse, si torna finalmente a parlare di aumenti salariali, potenziamento dei buoni pasto e miglioramento delle condizioni di lavoro. Ma cosa prevede esattamente il nuovo decreto e quali sono le richieste dei sindacati, in particolare della FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche)?
Una riforma necessaria per rilanciare la Pubblica Amministrazione
Il nuovo decreto si inserisce in un quadro più ampio di riforme che puntano a rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente, attrattiva per i giovani e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini. Dopo anni di spending review che hanno indebolito il comparto pubblico, si avverte la necessità di un cambio di passo che valorizzi il lavoro dei dipendenti statali e ne migliori le condizioni economiche e operative.
La FLP ha subito presentato una serie di proposte correttive per rafforzare il decreto, con l’obiettivo di ottenere risultati concreti per i lavoratori. Tra le richieste principali troviamo:
- Aumento del salario accessorio, legato alla produttività e detassato, come avviene già nel settore privato.
- Aggiornamento del buono pasto, fermo da 13 anni al valore di 7 euro.
- Sblocco dei Fondi per le Risorse Decentrate, bloccati dal 2016.
- Eliminazione della tassa sulla salute, ovvero il taglio delle indennità in caso di malattie inferiori ai 10 giorni.
- Attivazione dell’area delle elevate professionalità, con una fase sperimentale tra il 2025 e il 2027.
- Abolizione del posticipo del TFR/TFS, che oggi penalizza i dipendenti pubblici con tempi di attesa anche fino a sette anni.
Prime risorse stanziate: 190 milioni per la contrattazione integrativa
Nonostante la strada sia ancora lunga, alcuni segnali positivi si intravedono. Il Governo ha stanziato un fondo da 190 milioni di euro per sostenere la contrattazione integrativa dei dipendenti ministeriali, un primo passo che potrebbe essere esteso anche agli enti locali, come ha lasciato intendere il ministro Zangrillo.
Ma per rilanciare davvero la Pubblica Amministrazione, servono interventi strutturali e duraturi che garantiscano:
- Maggiore meritocrazia.
- Condizioni lavorative dignitose.
- Capacità di attrarre e trattenere talenti.
- Qualità dei servizi per i cittadini.
Solo con una visione complessiva e investimenti concreti sarà possibile riportare al centro il valore del lavoro pubblico e rispondere alle sfide di un’amministrazione moderna ed efficiente.