Con l’approvazione del Decreto Legge 25/2025, arrivano aumenti di stipendio per molti dipendenti della Pubblica Amministrazione, ma restano esclusi gli Enti Locali, come Comuni, Province e Città Metropolitane. Una differenza che sta creando forti tensioni tra i lavoratori del settore e che l’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale) punta a superare con una proposta mirata.
Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio esodo di personale dagli enti locali verso altre amministrazioni centrali, attratti da trattamenti economici più vantaggiosi. Le cause principali sono:
A peggiorare la situazione, il DL 25/2025 ha previsto risorse aggiuntive per le Amministrazioni Centrali, lasciando però fuori gli enti locali, con una differenza media di 170 euro netti al mese.
Per risolvere questa situazione, l’ARAN propone di superare il tetto al trattamento accessorio previsto dal D. Lgs. 75/2017, permettendo così agli enti locali di utilizzare risorse proprie per aumentare la retribuzione dei dipendenti, trattenere il personale qualificato e ridurre il divario con le funzioni centrali.
L’art. 14 del DL 25/2025 ha introdotto diverse misure di incremento retributivo per i dipendenti dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio:
A partire da aprile 2025, ai dipendenti pubblici vengono riconosciute:
Questi importi sono già visibili nella busta paga mensile.
I sindacati chiedono ora un piano di equiparazione graduale, in quanto le differenze tra comparti della PA possono superare il 20%. Colmare tale disuguaglianza richiederà risorse, pianificazione e una revisione organica dei trattamenti economici.
La proposta ARAN e gli emendamenti all’art. 14 del decreto vogliono riequilibrare il trattamento economico tra i dipendenti della Pubblica Amministrazione, sostenendo chi lavora negli enti locali. Il prossimo passo sarà verificare quali misure saranno confermate nella legge di conversione del DL e quali risorse saranno effettivamente stanziate per rendere più equa la retribuzione di tutti i dipendenti pubblici italiani.