Guida completa per genitori che aiutano i figli con un bonifico: cosa scrivere nella causale, quando serve il notaio, come evitare controlli e quando si paga l’imposta sulle donazioni.
Fare un bonifico al proprio figlio per l’acquisto di un’auto o della prima casa è un gesto di supporto molto comune, ma può sollevare dubbi fiscali. La buona notizia? Non esiste un tetto massimo stabilito dalla legge per questo tipo di trasferimento di denaro. Non è necessario spezzettare l’importo, né tantomeno rivolgersi al notaio, se si tratta di una donazione indiretta.
Tuttavia, è fondamentale indicare correttamente la causale del bonifico, per evitare che l’operazione venga fraintesa dal Fisco o rientri tra le operazioni anomale sottoposte a controllo.
Una causale chiara e tracciabile protegge sia il donante che il beneficiario. Ecco alcuni esempi di formule corrette:
Questi riferimenti aiutano a qualificare il trasferimento come donazione e a dimostrare l’intento familiare, in caso di verifica.
Quando il genitore trasferisce denaro per consentire al figlio l’acquisto di un bene intestato a quest’ultimo, non serve l’intervento notarile, perché non si tratta di una donazione diretta. Basta che l’operazione sia documentata e coerente con l’obiettivo (es. acquisto di un’auto o di una casa).
Un bonifico con causale ben specificata non è considerato sospetto. Tuttavia, in caso di importi molto elevati o di operazioni frequenti, l’Agenzia delle Entrate può procedere a controlli incrociati per verificare l’origine e l’utilizzo delle somme, specialmente se superano determinate soglie.
Importante: il denaro ricevuto non è reddito, quindi non va dichiarato nel modello 730 o nel Modello Redditi.
La legge prevede che per donazioni tra genitori e figli sia applicabile una franchigia di 1.000.000 euro per ciascun beneficiario. Oltre questa soglia, si paga un’imposta del 4% sulla parte eccedente.
Esempio pratico: se doni 1.200.000 €, l’imposta si applica solo su 200.000 €, pari a 8.000 € di tasse.
Per altri soggetti valgono soglie più basse:
Sì. Se nella causale si indica espressamente che la somma è destinata a un acquisto specifico, è fortemente consigliato utilizzarla per quello scopo. Così si rafforza la validità della donazione indiretta e si evita che possa essere contestata come “non coerente”.