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Pensione da restituire all’INPS: quando gli eredi devono pagare e quando no

Non sempre il rimborso è obbligatorio: ecco cosa prevede la legge e cosa ha stabilito la Corte dei Conti


Rimborso INPS dopo il decesso: è sempre dovuto dagli eredi?

L’INPS può richiedere la restituzione di somme indebitamente percepite dal pensionato, a causa di errori di calcolo, omesse comunicazioni reddituali o rivalutazioni successive. Ma cosa accade se il pensionato muore prima di restituire l’importo richiesto?

La questione è importante per tutti coloro che ereditano beni o patrimoni, perché accettare un’eredità significa subentrare anche nei debiti del defunto, compresi quelli verso l’INPS. Tuttavia, non sempre il rimborso è dovuto. Lo ha chiarito di recente una sentenza della Corte dei Conti, che fa luce su casi specifici.


Quando l’INPS chiede la restituzione di pensioni

L’INPS effettua verifiche periodiche sulle prestazioni collegate al reddito, come:

  • Assegno Sociale
  • Integrazione al minimo
  • Indennità di invalidità

Se il pensionato non comunica correttamente la propria situazione reddituale (tramite RED o altre dichiarazioni), oppure omette informazioni su ricoveri, residenza o variazioni patrimoniali, può ricevere prestazioni maggiorate per errore. In questi casi, l’INPS può richiedere la restituzione parziale o totale delle somme.


Pensionato deceduto e somme da restituire: che succede?

Alla morte del pensionato, la prestazione si estingue, ma non il debito eventualmente maturato. Gli eredi, con l’accettazione dell’eredità, potrebbero essere chiamati a saldare quanto dovuto.

Tuttavia, la giurisprudenza distingue tra dolo e buona fede del pensionato:

✅ Se il pensionato ha agito in buona fede, l’obbligo di rimborso non ricade sugli eredi.
❌ Se invece ha occultato volontariamente informazioni per ottenere prestazioni indebite (dolo), allora l’INPS può pretendere la restituzione dagli eredi.


Il caso della Corte dei Conti: quando gli eredi non devono pagare

Un caso concreto ha riguardato una richiesta INPS di restituzione di 9.000 euro a carico degli eredi di un pensionato deceduto. L’uomo aveva iniziato a restituire la somma tramite trattenute mensili, ma al momento della morte restava ancora una quota da rimborsare.

Gli eredi si sono opposti e la Corte dei Conti ha dato loro ragione, stabilendo che non c’era dolo, bensì un errore materiale dell’INPS. In questi casi, gli eredi non sono obbligati al saldo.


Eredità e debiti INPS: cosa controllare

Se sei erede e ricevi una richiesta dall’INPS, verifica subito:

  • Se l’errore è stato commesso in buona fede dal pensionato;
  • Se esiste documentazione che dimostra la mancanza di dolo;
  • Se sono già state effettuate restituzioni parziali prima del decesso.

In caso di dubbi, è utile rivolgersi a un professionista o a un patronato, per valutare se contestare formalmente la richiesta dell’INPS.


Conclusione: non sempre tocca agli eredi pagare

Accettare un’eredità comporta anche l’assunzione dei debiti, ma non tutti i debiti con l’INPS sono esigibili dagli eredi.
👉 Se il pensionato ha agito in buona fede e l’indebito deriva da errori non intenzionali, la restituzione non è dovuta.
Conoscere i propri diritti è il primo passo per tutelare il patrimonio familiare.

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