Nel 2025, l’INPS conferma le regole sulla pensione di reversibilità, ma una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito quando anche l’ex coniuge divorziato ha diritto a una quota. Scopri chi può riceverla, a quali condizioni e come viene calcolato l’importo.
Cos’è la pensione di reversibilità e chi ne ha diritto
La pensione di reversibilità è un trattamento economico riconosciuto ai familiari superstiti di un pensionato (o di un lavoratore deceduto iscritto all’INPS). L’importo dipende dal legame di parentela con il defunto:
- 60% al coniuge superstite;
- 70% a un figlio unico (se minore, studente o inabile);
- 80% a due figli (in assenza del coniuge);
- 100% a tre o più figli (in assenza del coniuge).
Le percentuali restano invariate anche per il 2025.
Ex coniuge divorziato: quando ha diritto alla reversibilità
Secondo l’ordinanza n. 5839/2025 della Cassazione, l’ex coniuge divorziato può ricevere una quota della pensione di reversibilità del defunto se sono rispettate due condizioni:
- È titolare di un assegno divorzile stabilito dal giudice;
- Non si è risposato.
Se manca anche uno solo di questi requisiti, l’ex coniuge perde il diritto alla reversibilità.
Come viene calcolata la quota all’ex coniuge
Quando l’ex coniuge e il coniuge superstite soddisfano entrambi i requisiti, il giudice stabilisce la suddivisione della pensione. Non esiste una divisione automatica o una percentuale fissa: si tratta di una valutazione caso per caso, secondo criteri ben precisi:
- Durata del matrimonio con il defunto (criterio principale);
- Condizioni economiche di entrambi (redditi, patrimonio, capacità lavorativa);
- Entità dell’assegno divorzile (non è un tetto massimo, ma un elemento da considerare);
- Assistenza morale e materiale fornita al defunto;
- Presenza di figli o altre situazioni familiari particolari;
- Eventuale convivenza prematrimoniale.
Quota proporzionata e retroattiva
Il giudice può attribuire una quota anche superiore all’importo dell’assegno divorzile, se giustificato dalla situazione economica e familiare. La decisione, inoltre, ha valore retroattivo, con decorrenza dalla data del decesso del pensionato.
Cassazione: finalità solidaristica dell’istituto
La Corte ha ribadito che la pensione di reversibilità deve rispondere a una logica solidaristica, volta a compensare la perdita del sostegno economico garantito in vita dal defunto. Anche l’ex coniuge può beneficiarne, purché ricorrano le condizioni previste dalla legge.