L’Assegno Unico Universale è un sostegno economico destinato alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni (e senza limiti di età per figli con disabilità). Tuttavia, un uso improprio di queste somme può comportare sanzioni fino a 3.000 euro e persino conseguenze penali, come chiarito dalla recente sentenza della Cassazione n. 24140/2023.
L’Assegno Unico è stato introdotto per sostenere la crescita e il benessere dei figli. Le somme ricevute devono essere impiegate per spese legate al mantenimento, all’istruzione e alla salute del minore, evitando utilizzi personali da parte dei genitori.
La normativa prevede che l’assegno:
Tuttavia, un utilizzo scorretto può comportare sanzioni e reati penali.
Secondo la sentenza n. 24140/2023 della Cassazione, il genitore che utilizza l’Assegno Unico per spese personali e non per il mantenimento dei figli può essere denunciato per appropriazione indebita (art. 646 c.p.).
In questi casi, il comportamento può essere perseguito penalmente.
Chi commette appropriazione indebita rischia:
Queste misure sono previste dall’art. 646 del Codice Penale, che punisce chi si appropria indebitamente di somme di denaro ricevute per uno scopo specifico.
L’Assegno Unico è un supporto economico destinato esclusivamente ai figli. Il suo uso improprio può comportare sanzioni severe, fino alla denuncia penale per appropriazione indebita. I genitori separati o divorziati devono prestare particolare attenzione alla gestione dell’assegno, rispettando gli obblighi previsti dalla legge per evitare pesanti conseguenze legali.