Le conseguenze economiche della guerra si stanno ripercuotendo su tutto il mondo. L’economia globale in tempo di conflitto produce i suoi effetti negativi. Le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia hanno scatenato la reazione di Putin che ha deciso di punire il mondo con l’export.
Le economie di tutto il mondo stavano ancora pagando le ripercussioni della pandemia, a peggiorare la situazione è arrivato la guerra in Ucraina. La situazione più preoccupante riguarda il grano di cui l’Ucraina è uno dei maggiori esportatori in paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. L’Ucraina è chiamata il granaio d’Europa per le sue coltivazioni e la distruzione della guerra si aggiunge alla feroce siccità che a causa dell’emergenza climatica ha colpito tutto il mondo. Questo può portare grave conseguenze sui paesi più poveri del mondo e sulle persone che già soffrono la fame.
Ucraina e Russia da sole negli ultimi anni hanno provveduto al 30% delle esportazioni mondiali di grano, il 32% di quelle di orzo e il 75 per cento delle esportazioni di semi di girasole. Ora con il blocco dell’export della Russia e le zone colpite dalla guerra che rendono impossibile la coltivazione in Ucraina, il quadro peggiora sempre più. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM), che si occupa di assistenza alimentare, ha stimato che la guerra porterà fino a 13 milioni di persone in più a soffrire la fame.
La guerra sta sconvolgendo quindi tutto il sistema di approvvigionamento e l’economia globale. Questo riguarda non solo il grano, ma anche il gas. La dipendenza dei paesi europei alcuni più di altri, soprattutto Italia e Germania dal gas russo è diventato un problema. L’Italia importa dalla Russia più del 40% del gas che utilizza. All’inizio questo aveva posto dei paletti per i paesi europei nelle sanzioni da imporre alla Russia a causa delle reazioni.
Il problema del gas non è nuovo ma è si è evidenziato proprio con l’inizio del conflitto. Il governo italiano come anche l’Ue sta cercando alternative al gas russo con accordi con altri paesi. Ma la risposta si cerca, con un po’ di ritardo e con una maggiore urgenza, nelle energie sostenibili. L’obiettivo non è solo ridurre ed eliminare la dipendenza dal gas russo ma dai combustibili fossili in generale e affidarsi alle risorse energetiche sostenibili. Ora ci siamo resi conto che questa dipendenza ci costa con un terribile aumento delle bollette del gas non solo per riscaldare le case ma anche per la produttività delle aziende che sono state messe in crisi da questa situazione.