Sono molte le ambiguità che ruotano intorno al Movimento 5 Stelle soprattutto nell’ultimo periodo con la guerra in Ucraina in corso. I grillini hanno ribattuto ogni decisione presa dal governo Draghi riguardo alla questione. I pentastellati hanno creato tumulti quando il presidente ucraino Zelensky ha parlato alla Camera in una sessione congiunta disertando l’Aula.
Poi hanno fatto sentire la loro voce riguardo al decreto Ucraina e con in prima linea il leader Giuseppe Conte hanno detto no all’invio di armi. Prima si sono opposti all’aumento della spesa militare creando tensioni anche sull’equilibrio della maggioranza rischiando una crisi di governo. Poi Conte ha più volte manifestato il suo pacifismo riguardo all’invio di armi a Kiev con proclami populisti sull’utilizzo di fondi in altri modi. In ultima battuta si è detto contrario all’invio di armi pesanti perché sconfinano da quello che è il diritto dell’autodifesa citando l’articolo delle Nazioni Unite a proposito.
Il M5S “si oppone all’invio di aiuti militari” all’Ucraina e a “controffensive che esulino dal perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa di cui all’articolo 51della Carta dei diritti dell’uomo” ha annunciato Conte. Poi il leader del Movimento ha chiesto al premier Draghi e al ministro Guerini di “riferire in Parlamento” in modo da “conoscere gli interventi programmatici del governo”.
Per Conte e il Movimento 5 Stelle, questo principio è il Piave del partito. E rilancia con la diplomazia. “Vogliamo che l’Italia sia protagonista dei negoziati diplomatici in modo che la questione sia orientata verso una soluzione politica giusta ed equilibrata e basata sul rispetto del diritto internazionale”.
Il caso Petrocelli
Un altro caso però ha agitato il Movimento e si tratta del senatore Petrocelli. Già all’inizio del mese era stato espulso dal partito per i suoi commenti filorussi ma nessuna procedura formale era stata avviata ancora. L’episodio che ha fatto indignare tutti, soprattutto per il fatto che resterà presidente della Commissione degli Esteri, è accaduto alla vigilia del 25 aprile.
Il giorno prima della Festa della Liberazione, su Twitter Petrocelli scrive: “Per domani, buona festa della LiberaZione”. La scritta con la Z maiuscola simbolo della propaganda di Putin. Un gesto che ha suscitato l’ira di tutti e agitazioni all’interno del Movimento. In questo periodo, il M5S è più confuso che mai.