Tra Mosca e Kiev si sta combattendo non solo una battaglia sul campo militare ma anche su quello spirituale. Il conflitto tra i due paesi ha provocato lacerazioni all’interno della chiesa ortodossa. I protagonisti di questa guerra parallela sono il Patriarca di Mosca Kirill e il metropolita di Kiev Epifanyj.
Krill è famoso per essere molto legato al Cremlino e ha appoggiato sin da subito l’invasione di Putin dell’Ucraina. Per lui la guerra non ha una logica territoriale ma metafisica. Il Patriarca di Mosca ha giustificato la guerra vedendola come una sorta di crociata contro i paesi che sostengono i diritti degli omosessuali. Ha fatto il giro del web la sua dichiarazione nel suo sermone dove ha descritto il gay pride come una sorta di male occidentale contro il bene cristiano.
Secondo il Patriarca, “le parate del gay pride dimostrano che il peccato è una variabile del comportamento umano“. E il loro svolgimento sono “un test di lealtà” ai governi occidentali, che invece è stato, a suo dire, respinto dalle due repubbliche separatiste del Donbass. “Per otto anni si è cercato di distruggere quanto esisteva nel Donbass, dove vi è un fondamentale rifiuto dei cosiddetti valori offerti da chi rivendica il potere mondiale”. Una posizione molto politica che il Patriarca ha voluto far passare per spirituale.
La chiesa autocefala ucraina
Dall’altra parte c’è una chiesa autonoma e indipendente da Mosca. Un’indipendenza che la chiesa russa ha sempre ostacolato. Un processo che si porta avanti dal 1917 interrotto con l’annessione all’Urss. L’indipendenza per la chiesa di Kiev è arrivata solo nel 2018. Una vittoria di Poroshenko che voleva una chiesa autocefala “senza Putin e senza Krill”. Ma sia Putin che Krill attribuivano a questo scisma la volontà degli Usa di dividere il popolo russo. Quello che in questa guerra sta cercando di “riunire” Putin a sua detta.
Ora in Ucraina esistono due chiese ortodosse, una autocefala e indipendente e l’altra ancora fedele a Mosca. Ma con l’inasprirsi del conflitto e le stragi sui civili ucraini molte diocesi che erano rimaste legate al Patriarcato russo stanno decidendo di abbandonare qualsiasi legame con Mosca. Le decisioni di Putin e le parole di Krill rischiano di isolare sempre di più la Chiesa ortodossa russa. Già distante dalle altre chiese ortodosse nel mondo, che hanno condannato duramente l’invasione russa soprattutto il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I.