I soldati russi hanno lasciato Chernobyl ma secondo le autorità ucraine che hanno ripreso il controllo della centrale nucleare avrebbero rubato circa 133 sostanze di materiale radioattivo. Con questi è possibile creare una o più “bombe sporche” che la Russia potrebbe utilizzare nella sua offensiva.
Da quando all’inizio dell’invasione le truppe russe hanno preso il controllo della centrale nucleare, la tensione di un nuovo disastro come quello che ha visto il sito ucraino protagonista nel 1986 è salita sempre di più. Il comportamento dei soldati russi inoltre ha contribuito a temere per un disastro ambientale anche l’autorità per l’energia atomica.
Questi infatti avrebbero maneggiato materiale radioattivo senza alcuna precauzione. Il loro comportamento è stato ritenuto irresponsabile dagli addetti ai lavori e da chi conosce il sito. Hanno scavato trincee alzando polvere tossica a metri di profondità dove il livello di radioattività è di gran lunga superiore alla noma. Inoltre, i soldati hanno effettuato i loro spostamenti con i carri armati e i mezzi pesanti che avrebbero smosso il terreno pieno di materiale radioattivo. Si sono inoltrati nella Foresta Rossa senza alcuna precauzione. Questa foresta è chiamata così dal colore degli alberi vittime del disastro dell’86.
Il piano del Cremlino
Molti di loro infatti sono stati ricoverati in ospedale in Bielorussia a causa di sindrome da intossicazione radioattiva. Ora la notizia del furto dei materiali letali può essere parte di un disegno ben preciso del Cremlino. Prima di abbandonare la centrale i soldati dovevano confiscare materiale utile a creare un’arma biologica letale. Questo furto e disegno diabolico però si sarebbe rivelata una missione suicida. Il motivo è che questo materiale se maneggiato da un non esperto potrebbe essere letale anche agli stessi rapinatori. Un progetto kamikatze della Russia che ha sacrificato i suoi stessi soldati, inconsapevoli o meno, per creare una bomba sporca e danneggiare la popolazione ucraina e il suo territorio.