A Mariupol, la città portuale nel sud-est dell’Ucraina, la situazione è sempre più critica. La Russia vuole Mariupol per la sua posizione geografica: metterebbe in collegamento la regione occupata del Donbass con la Crimea. Un punto strategico nella guerra per i piani di Putin. Ma la città è una delle più bombardate e che ha subito più perdite in termini di beni e di vite di civili. E’ successo a Mariupol il bombardamento sull’ospedale e sul teatro rifugio. A Mariupol stesso non hanno funzionato i corridoi umanitari a causa dei missili sui civili in fuga. Da più di due settimane la città vive in condizioni disumane assediata dall’esercito russo che ha preso in ostaggio i civili. Non possono nemmeno entrare i beni di prima necessità come cibo e medicinali perché i russi bloccano le scorte. Inoltre, non vi è acqua, costretti a bere la neve che si scioglie, né elettricità per riscaldarsi. La città è distrutta e i bombardamenti hanno raso al suolo diversi quartieri.
I civili vengono trattati in modi disumani dall’esercito russo e arriva la condanna da parte dell’Occidente. “Quello che sta accadendo a Mariupol è un immenso crimine di guerra, qualcosa di orrendo, lo dobbiamo condannare in modo netto, la città è completamente distrutta”. Lo ha detto l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. “Questa non è guerra ma la distruzione di un Paese senza considerazione delle leggi della guerra perché anche la guerra ha delle leggi. Moralmente, la Russia ha perso la legittimità. Putin merita la più netta condanna del mondo civilizzato.”
In questo contesto si inserisce il reportage dei due giornalisti ucraini dell‘Associated Press Mstyslav Chernov e Evgeniy Maloletka. Gli unici giornalisti di una testata occidentale a restare tre settimane insieme ai civili nella città più pericolosa del conflitto. Grazie alla loro testimonianza trasmessa attraverso le immagini e gli articoli hanno dato al mondo una fotografia di ciò che sta succedendo a Mariupol. Tra queste immagini sono loro anche le fotografie in seguito al bombardamento sull’ospedale, oggetto di discreditamento da parte del governo russo.
Domenica è arrivata la proposta di resa da parte del governo russo della città al collasso. Il colonnello generale Mikhail Mizintsev ha chiesto formalmente alle autorità locali di arrendersi. Questi avrebbe assicurato un passaggio sicuro di civili dalle 10 di lunedì. Ma l’Ucraina si oppone e non si arrende. La vice prima ministra ucraina, Iryna Vereshchuk ha rifiutato ufficialmente la richiesta. “Non ci può essere nessuna discussione rispetto a una resa» e chiedendo di «aprire immediatamente un corridoio umanitario da Mariupol a Zaporizhzhia».