Da circa due settimane, da quando l’esercito russo ha lasciato l’Ovest del paese e le sue forze si sono concentrate a est, Mariupol è sotto attacco. Sono giorni che, secondo la stampa, la città sarebbe sul punto di cadere nelle mani dei russi. Ma la resistenza ucraina non ha intenzione di cedere.
Il battaglione Azov conta oltre 1000 volontari che stanno combattendo strenuamente contro l’invasione russa. Il battaglione di stanza a Zaporizhzhia è guidato da Michail Pirog che avverte che la resa non è un’opzione. La Russia può fare a meno dei suoi ultimatum perché Mariupol e tutti i suoi combattenti non hanno intenzione di lasciar cadere la città.
“Gli eroi combattenti di Maiupol si batteranno fino all’ultimo uomo, non cercano il martirio ma sono pronti a morire.” Nonostante i soldati della resistenza non abbiano più né cibo né acqua come i civili di Mariupol, la resa non è un’alternativa, “non è un’opzione contemplata“. Il popolo ucraino sta dimostrando la sua resistenza in condizioni estreme. I civili di Mariupol, la città considerata martire del conflitto, vivono da quasi due mesi in condizioni estreme senza cibo e senza acqua bevendo la neve e senza elettricità.
La resistenza del battaglione di Azov per Mariupol
Una dei risultati di questa resistenza, anche se si tratta di giorni che Mariupol cada, questa eroica resistenza ha rallentato e ha reso più complicata l’avanzata russa. E il battaglione di Azov combatte per questo e per la liberazione dell’Ucraina. Nell’intervista al Corriere della Sera, Pirog ha risposto alle accuse che gli vengono fatte di essere una formazione neonazista. “Noi siamo patrioti che combattono per la libertà e la democrazia. La propaganda russa falsifica la realtà e ci accusa di nazismo, mentre sono proprio i soldati russi a uccidere civili, a rubare e violentare. Sono loro i nuovi hitleriani. Noi ci battiamo anche per difendere le democrazie europee contro il fascismo espansionista di Putin» .
Nelle loro file non c’è niente di razzista, si tratta di un gruppo misto che combatte per la libertà e la democrazia. “Con noi ci sono ebrei, azeri, tartari di Crimea, armeni, cattolici, musulmani.”
Così come viene distorto il simbolo della svastica sulle loro bandiere e le uniformi. Si tratta di un “antico simbolo slavo, pan europeo e persino indiano. Per noi non ha alcun rapporto col nazismo. Accusereste mai gli indiani per le svastiche antiche millenni? Ma sono discorsi che davvero oggi non hanno senso. La realtà è che ci stiamo difendendo da un’aggressione violenta e fanatica. Abbiamo bisogno di tutto il vostro aiuto».