Ad incrinare ancora di più i rapporti diplomatici tra Putin e Biden arriva in aiuto l’ex presidente degli Usa Donald Trump. Per vincere la sua lotta di politica interna, Trump chiede aiuto al suo vecchio amico Vladimir Putin. Sembra l’occasione giusta per sconfiggere il suo acerrimo nemico – diventato ormai nemico di entrambi.
Le ultime dichiarazioni contro Putin del presidente degli Usa Joe Biden sulla legittimità del presidente russo nel suo discorso a Varsavia, hanno alzato la tensione tra i due paesi. Ai ferri corti con l’inquilino della Casa Bianca anche colui che si sente illegittimamente scalzato da quest’ultimo. Donald Trump torna alla carica e non ha intenzione di arrendersi. Ora approfitta della guerra in Ucraina e dei tesi rapporti tra Usa e Russia per soffiare sul fuoco.
In un’intervista il tycoon tira in ballo le inchieste sul figlio di Biden Hunter rivolgendosi direttamente al capo del Cremlino. Lo esorta a rivelare qualsiasi informazione abbia sulla famiglia Biden che possa essere dannosa per il presidente attuale. Dalla Casa Bianca non c’è stata nessuna risposta a questa provocazione ma Trump sembra inserirsi in questo contesto bellico a sfavore degli Usa.
La questione di Hunter Biden fa parte di un’inchiesta del Dipartimento di Giustizia secondo cui il figlio del presidente avrebbe fatto affari con enti e imprenditori stranieri anche russi. Il tutto mentre il padre era vice presidente di Barack Obama. Secondo Trump e il Cremlino, inoltre Hunter finanzierebbe il Pentagono per un programma di ricerca militare per lo sviluppo di armi biologiche in Ucraina. Non ci sono prove a sostegno di quest’ultima illazione del tycoon ma la sua provocazione di tirare fuori i documenti a Putin non sono un segnale positivo per l’amministrazione Usa.
Trump chiede aiuto a Putin e non è la prima volta che si rivolge direttamente a Mosca. Emblematico l’episodio contro Hillary Clinton nel 2016 durante la campagna elettorale. L’ex leader repubblicano ha sempre definito l’intelligence di Mosca geniale e ora vi ricorre in piena guerra e crisi diplomatica. Queste parole rischiano di mettere in una posizione molto scomoda anche il partito repubblicano stesso che sta condannando insieme a tutto il Congresso le azioni di Mosca.