Incredulita’ e sgomento. Chi conosceva Marisa Leo non riesce a darsi pace. La donna uccisa a fucilate per mano del compagno era la manager della cantina “Colomba bianca” di Marsala e sono per primi i suoi colleghi a non credere a quanto e’ accaduto nella notte.
“È stata strappata alla vita – scrivono oggi dall’azienda vitivinicola – Marisa Leo, responsabile marketing e comunicazione di Colomba Bianca. Donna del vino, madre premurosa e ispiratrice delle nostre cantine. Mente e braccio di scelte di successo, colonna portante di progetti internazionali per la filiera vitivinicola italiana, visionaria comunicatrice nel mondo dei vitigni made in Sicily. Era attiva contro la violenza di genere. È inesplicabile immaginare una nuova vendemmia senza Lei. Siamo sgomenti. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la perdita che subisce la famiglia di Marisa, di cui ci sentiamo parte integrante”.
Marisa faceva parte dell’associazione “Donne del Vino – Sicilia, presieduta da Roberta Urso, un membro molto impegnato e attivo.
“Marisa – scrive Roberta Urso, delegata regionale dell’associazione – era luce. Era una delle socie della delegazione Sicilia delle donne del Vino più attive. Dotata di grande sensibilità ed intelligenza, era in prima linea con le attività in favore delle donne vittime di violenza portate avanti dalla nostra associazione. È’ assurdo, paradossale, pensare che lei stessa sia caduta per mano di un uomo violento. La ricordiamo col suo splendido sorriso, intenta a programmare un’attività per la quale ci eravamo sentite proprio ieri pomeriggio”.
“È veramente – ha scritto invece Marilena Mauceri, ex sindaca di Menfi e socia onoraria di “Donne del Vino” – una triste notizia, che sconvolge. Tocca il cuore e la vita di ciascuna di noi. Tutto questo è inaccettabile!”.
E ancora il commento di Salvo Ognibene, giornalista enogastronomico e sommelier che aveva avuto modo di conoscere Marisa: “L’ultima volta che l’ho incontrata è stata proprio ad un’iniziativa solidale a supporto dei centri antiviolenza una grande perdita umana e professionale”.
Un destino beffardo quello di Marisa. A sua volta vittima di un violento che lei aveva anche denunciato e che oggi pone diversi interrogativi se si fosse veramente fatto abbastanza per tutelarla.