MONTE RICHIAMA L’ADUNATA DEL POPOLO DEL CARNEVALE IN CONSIGLIO COMUNALE

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Per tutto il pomeriggio, è stato un susseguirsi di chiamate e messaggi. Chi partecipa attivamente al Carnevale, dai costruttori dei carri ai coreografi, ai ballerini, ai modellatori, è stato risucchiato in un “tam tam”  senza sosta a presentarsi in consiglio comunale questa sera. La speranza è che anche solo la presenza possa avere qualche ripercussione sul voto dell’aula.

E così è stato, la tifoseria pro carnevale, è assai numerosa in aula questa sera. Insomma, il rischio di far saltare la festa ha spinto e motivato molta gente ad assistere “live” ai lavori del consiglio. E tra i promotori di questa sorta di “adunata”, vi sarebbe proprio l’assessore allo spettacolo, Salvatore Monte che questo Carnevale lo ha fortemente voluto a tutti i costi. 

Ieri sera, poco dopo il rinvio della seduta si è subito sfogato con un post motivazionale su facebook rivolto  al popolo del Carnevale con tanto di cuori e dichiarazioni di amore campanilistiche, mentre nella giornata odierna si è prodigato, a quanto pare, in telefonate per radunare gruppi di persone per perorare la causa.

Carristi ed addetti ai settori, non hanno così  mancato alla  chiamata presentandosi in aula questa sera

M5S: “LA TESTA DELLA MERKEL, DONO DI ACIREALE E’ FINITA IN DISCARICA”

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Con una nota stampa, del M5S, i componenti del gruppo grillino di Sciacca, attenzionano le sorti riservate dall’amministrazione ad un dono ricevuto lo scorso giugno direttamente dal Carnevale acese, omaggiata alla città di Sciacca durante la visita di alcuni rappresentati della città di Acireale. 

“Ricorderete – scrive il Movimento –  il gran parlare, soprattutto adesso che si avvicina il Carnevale, della collaborazione tra Sciacca e Acireale. Ricorderete che a Giugno dell’anno scorso l’assessore Salvatore Monte dichiarava: “Mi legano al sindaco di Acireale un rapporto personale e un rapporto di collaborazione proficuo. Oggi abbiamo voluto sederci intorno a un tavolo per porre le basi utili ad avviare un percorso che mira allo sviluppo delle due città, dell’arte della cartapesta e delle due manifestazioni, in un momento difficile, in cui creare sinergie è fondamentale per il futuro” e nel frattempo invitava Roberto Barbagallo all’inaugurazione del MUCAS, in programma pochi giorni dopo”.

Il riferimento dl M5S è alla visita del sindaco di Acireale, accompagnato dal presidente della Fondazione di Acireale, per l’inaugurazione del Museo del Carnevale di Sciacca,  che per siglare la collaborazione intrapresa regalava alla città  una testa in cartapesta della Merkel, che però dopo pochi mesi  è stata abbandonata alle intemperie riposta nel giardino del museo del carnevale.

“Proprio come il Museo, chiuso l’istante dopo aver tagliato il nastro – sottolineano i grillini –  Forse sarebbe stato il caso di custodirla altrove e soprattutto al riparo dalle intemperie ma forse il regalo era scomodo, non era piaciuto, non era gradito o era addirittura fuori luogo. Non lo sapremo mai.  

Il M5S da notizia che oggi la testa è stata finalmente rimossa per essere sistemata dove l’amministrazione di Sciacca ha pensato di custodirla per i prossimi anni.

“Adesso la “guerriera” – concludono M5S-  riposa, lontano dagli occhi indiscreti dei saccensi e soprattutto degli acesi, che potrebbero rimanerci male. E la collaborazione tra Sciacca e Acireale? E’ durata il tempo dell’inaugurazione di un Museo, che magari rimarrà chiuso anche durante il Carnevale?”

IL GIORNO PIU’ LUNGO PER IL CARNEVALE, CARRISTI PRONTI AD ANDARE IN AULA DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE

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Potrebbero partecipare anche i carristi questa sera alla seduta in programma alle venti in sala “Falcone Borsellino” del consiglio comunale di Sciacca, è l’indiscrezione delle ultime ore.

L’Unione Carristi sta valutando anche questa ipotesi e lo deciderà nel pomeriggio, se assistere alla seduta di stasera che si preannuncia dal dibattito politico rovente e dall’esito incerto perchè il voto contrario dell’aula decreterebbe il rinvio della festa a undici giorni dal suo inizio programmato.

Non si è mai verificato in passato, che lo svolgimento della festa fosse legato alla decisione dell’organo politico. Si sono verificate edizioni della festa rinviate ad altro periodo rispetto quello naturale per esigenze varie, ma mai una situazione come quella attuale dove la responsabilità per una ragione o per l’altra ricade nella volontà politica di chi siede in consiglio.

Da un lato la maggioranza, colpevole di aver ritardato l’approvazione del bilancio dello scorso anno e aver programmato la festa senza avere la copertura finanziaria, dall’altro un’opposizione silente a tempo debito e chiassosa adesso mentre, la macchina organizzativa della festa è già in fase avanzata.

E poi ci sono le aspettative dei carristi con le opere di cartapesta quasi pronte che stasera potrebbero assistere al voto dell’aula che decreterà il destino di mesi di lavoro. Il giorno più lungo per le sorti del Carnevale saccense, è già iniziato.

ASCENSORE GUASTO A SCUOLA, PRETE PROTESTA PER I DIRITTI DI UN’ ALUNNA DISABILE

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Nella propria scuola non funziona l’ascensore così un’alunna disabile, deve essere ogni volta accompagnata in carrozzina a mano per poter assistere alle lezioni di laboratorio che si svolgono in un’aula posta ai piani superiori della struttura scolastica. La vicenda riguarda l’Istituto “Navarro” di Ribera, guidato dalla dirigente Paola Triolo. L’elevatore non funziona da tempo e così a difesa dei diritti della piccola studentessa è sceso in campo anche un sacerdote, si tratta di padre Antonio Nuara, parroco della chiesa dell’Immacolata di via Roma, che ieri sera ha affrontato l’argomento anche durante l’omelia domenicale.

I diversamente abili – ha detto don Antonio – non sono roba di scarto: anch’essi hanno la nostra stessa dignita’. Anzi, hanno una sensibilità in più”.

Lo stesso sacerdote, ha poi affidato le sue riflessioni sull’argomento ad un post su Facebook: “Strano che nessun amministratore si giustifichi – ha scritto sul popolare social – magari insultando. Strano che si trovino i ” soldoni” per due computerini e tre pannelli di cui uno a Borgo Bonsignore e un altro a Seccagrande che aspettano qualche lettore (se funzionano). Strano che i cittadini guardano con indifferenza rassegnata la situazione. Forse la rassegnazione e’ tale che ne vale la pena.
Ma e’ una vergogna ed e’ umiliante che un alunno o un’alunna, perche’ la natura li ha fatti nascere con un handicap, debbano elemosinare l’aiuto di familiari e di volonterosi per avere gli stessi diritti dei normodotati. Altro che civilta’….”

Il sindaco Carmelo Pace, fa sapere di aver messo a disposizioni le somme necessarie per riparare l’ascensore con una delibera di Giunta già dallo scorso mese di ottobre. “Sono andato in fondo a questa vicenda – dichiara Pace – le somme ci sono già per riparare l’ascensore, ma purtroppo, l’ascensore non era stato collaudato al momento della sua installazione quando la scuola è stata costruita, circa un ventennio fa, così nessuna ditta ha voluto procedere all’intervento di un impianto sprovvisto del relativo verbale”. Il primo cittadino, però annuncia di riuscire a risolvere a breve la questione: “Stiamo contattando la ditta – spiega Pace –  che ha effettuato allora l’installazione, in modo che possa poterci fornirci il relativo libretto dell’impianto ed effettuare la riparazione e quindi, il collaudo definitivo”.

ANTONIO MANGIA INVESTE ANCORA CON UN RESORT A POLLINA. VOLEVA TERME E GRAND HOTEL DI SCIACCA

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 E’ ufficiale, l’imprenditore Antonio Mangia, presidente di Aeroviaggi, ha portato a termine l’operazione di acquisizione del Pollina Resort, ex Valtur, villaggio vacanze a 70 chilometri da Palermo, a Pollina. Mangia ha comprato la struttura per nove milioni di euro ed è stata finanziata da Unicredit con un mutuo di durata decennale. Sono già stati previsti anche investimenti di ristrutturazione di 16,2 milioni di euro, con un finanziamento Invitalia. Il Pollina Resort avrà 690 posti letto grazie alle 346 camere previste su un’area complessiva di circa 330 mila metri quadrati.

La nuova struttura ricettiva turistica, aprirà già a giugno e secondo i piani dell’imprenditore che in Sicilia possiede già altri villaggi turistici, uno a Sciacca , uno a Brucoli,  l’altro a Selinunte, si continuerà a puntare sulla Sicilia.

In passato, Mangia aveva anche prospettato le sue intenzioni di voler rilevare l’ex hotel delle Terme di Sciacca, oggi struttura alberghiera chiusa così come le Terme di Sciacca. Era il primo aprile del 2015, le Terme di Sciacca erano state chiuse da poche settimane così come l’hotel e sui gionali Mangia aveva confermato quell’intenzione di voler partecipare al bando regionale per la gestione di parte di quel patrimonio termale. Non se ne fece nulla e l’intenzioni dell’imprenditore restarono tali. 

Il resort di Pollina garantirà l’occupazione di 459 lavoratori e sarà dotato di tre ristoranti, di una pizzeria, di una discoteca e di una beuty center . L’acquisizione rientra in una più ampia strategia del Gruppo, che prevede il rafforzamento in Sicilia e Sardegna, e Aeroviaggi stima un incremento del fatturato pari a circa 8 milioni di euro, inclusi trasporto, trasferimenti ed escursioni. 

Vittoria, armi e munizioni sequestrate: 3 arresti

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VITTORIA. La Polizia di Stato ha arrestato a Vittoria tre appartenenti della famiglia Piscopo, padre e due figli, tutti in passato denunciati anche per mafia. La Squadra Mobile di Ragusa durante una perquisizione ha trovato e sequestrato due pistole, una rubata e l’altra con matricola abrasa, un fucile e centinaia di munizioni. La Polizia Scientifica eseguirà accertamenti balistici sulle armi per verificare se siano state utilizzate per commettere reati. Nei giorni scorsi quattro persone sono state arrestate, nel quartiere San Leone, da agenti delle volanti della polizia di Stato di Catania per porto abusivo di armi comuni e da guerra di munizioni e ricettazione.
Sono Concetto Piterà, di 41 anni, Alfio Cristian Licciardello, di 25, Salvatore Bonaccorsi, di 40, e Antonino Guardo, di 29. Sono stati bloccati, dopo un inseguimento, dentro un edificio dove la polizia ha trovato due borsoni contenenti un piccolo arsenale. Sono stati sequestrati una mitraglietta mod. M&P 15 Tony Sistem Component, con matricola abrasa; un fucile cal.12 marca «Benelli» con matricola abrasa; un fucile doppietta cal.16 con canne e calcio tagliate tipo «canne mozze»; una pistola mitragliatrice cal.7,65 riportante la scritta «Salve Blanc»; una pistola marca «Bruni» mod.92 modificata; 6 caricatori e oltre 1000 cartucce. Trovati anche un giubbotto antiproiettile, una fondina e due telefoni cellulari. I quattro sono stati condotti in carcere. Gli arrestati – per detenzione illegale di armi da fuoco, munizioni e ricettazione – sono Francesco Piscopo, di 73 anni, e i figli Calogero, di 45, e Marco, di 35, parenti dei fratelli Piscopo condannati per la strage di ‘San Basilio’ del 1999 nata per alcuni contrasti all’interno dell’organizzazione mafiosa ‘stidda’. Gli agenti della squadra mobile di Ragusa, insieme ai colleghi dei commissariati di Comiso e Vittoria, hanno perquisito la loro casa e l’ovile anche in considerazione delle segnalazioni di colpi d’arma da fuoco provenienti dalla zona della loro abitazione e luogo di custodia dei loro greggi. I poliziotti al loro arrivo hanno chiesto ai Piscopo di consegnare le armi ma i tre Piscopo hanno detto loro che non c’era nulla da cercare. Dopo alcuni minuti gli agenti hanno trovato in casa alcune munizioni ed hanno cominciato a perquisire anche un caseggiato adibito a magazzino, dove è stato trovato il fucile, risultato rubato anni prima ad un vittoriese. Uno dei Piscopo a quel punto ha ammesso di tenere l’arma per difesa personale e per difendere le pecore dai cani che talvolta le azzannano. Gli agenti hanno poi trovato le due pistole, perfettamente funzionanti. Calogero e Mario Piscopo sono stati rinchiusi nel carcere di Ragusa. Il padre Francesco, considerata l’età, è stato posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Palermo, incendio in casa di un’anziana per una coperta elettrica: un ferito

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PALERMO. Un incendio è divampato questa notte intorno alle 2 a Palermo all’undicesimo piano di via Dei Nebrodi 75. Le fiamme sono state innescate da una coperta elettrica. I pompieri sono arrivati in pochi minuti, ma l’appartamento è stato pesantemente danneggiato. L’anziana che vive nell’abitazione è stata soccorsa e salvata.
Nel rogo una persona è rimasta ferita: il vicino di casa che si è affacciato ed è stato colpito da calcinacci e dai vetri caduti dall’appartamento in fiamme.

Appartamento in fiamme a Palermo, le immagini da via dei Nebrodi al momento dell’incendio

Adesso i vigili del fuoco stanno verificando lo stato di agibilità dell’abitazione.

DOPO TRE GIORNI, RIAPRE LA DISCARICA DI SICULIANA

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Dopo tre giorni di chiusura, ha ripreso la sua attività la discarica di Siculiana. La decisione è stata assunta dopo il confronto con i tecnici della Regione Sicilia con i quali sono stati valutati e approfonditi gli esiti degli autocontrolli relativi al trattamento dei rifiuti all’interno dell’impianto provvisorio di biostabilizzazione.

Una volta accertata la sussistenza di tutte le condizioni atte a garantire gli elevati standard dell’impianto ed i massimi livelli di sicurezza, è stato deciso di riprendere il conferimento dei rifiuti nella discarica.

Rientrato, dunque, l’allarme che aveva destato la notizia della chiusura con degli effetti negativi anche per la discarica Saraceno-Salinella di Sciacca, possibile destinataria dei rifiuti di quei comuni che conferiscono normalmente nell’altra discarica agrigentina. 

Reclutate con contratto a progetto lavoravano come subordinate tribunale da ragione a 6 operatrici call center

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Assunte con contratto a progetto, in realtà erano lavoratrici subordinate a tutti gli effetti. È questa la storia di 6 operatrici del call center della società Sicom Srl, che fino al 2014 ha operato in contrada Ferraro. Il Tribunale di Sciacca ha accolto il ricorso presentato dalle donne, disponendo il loro reintegro e il riconoscimento delle differenze retributive, somme oscillanti a occhio e croce tra i 13 e i 18 mila euro a testa.

Il contratto di lavoro a progetto è una tipologia che non esiste più, soppiantata nel 2015 al jobs act. Si trattava di “una forma di collaborazione coordinata e continuativa svolta in modo prevalentemente personale e senza vincolo di subordinazione per la realizzazione di uno o più progetti specifici determinati dal committente”. Formula utilizzata a suo tempo dalla Sicom Srl per reclutare i lavoratori. Le 6 ricorrenti, però, contestarono la legittimità di questo tipo di accordo, sostenendo in sede giurisdizionale la sussistenza di un rapporto subordinato. Lo hanno fatto riferendo “di aver percepito una retribuzione di 3 euro e 50 per ogni ora di lavoro, di aver svolto attività lavorativa sotto il potere direttivo e gerarchico della parte datoriale, di aver lavorato cinque ore al giorno per sei giorni la settimana, osservando gli ordini impartiti dai coach in assenza di qualsivoglia autonomia”.

A rappresentare le operatrici è stato l’avvocato Luigi Licari, del foro di Sciacca. Il loro ricorso è stato accolto dal Giudice del lavoro Anna Guidone, che pur dichiarando formalmente legittimi i contratti stipulati tra le parti, ha eccepito i caratteri propri della subordinazione nelle modalità in cui questi contratti si sono esplicati. In tale direzione il giudice ha richiamato alcune sentenze della Suprema Corte. Verdetti che individuano la differenza tra il rapporto di lavoro subordinato e quello autonomo “nell’assoggettamento del lavoratore al potere direttivo, disciplinare e di controllo del datore di lavoro ed il conseguente inserimento del lavoratore in modo stabile ed esclusivo nell’organizzazione aziendale”.

Il Giudice, inoltre, ha valutato sia singolarmente, sia complessivamente, quelli che nel dispositivo della sentenza si definiscono “indici secondari sintomatici della subordinazione”, ossia: l’assenza del rischio d’impresa, la continuità della prestazione, l’obbligo di osservare un orario di lavoro, la cadenza e la forma della retribuzione, l’utilizzazione di strumenti di lavoro e lo svolgimento della prestazione in ambienti messi a disposizione dal datore di lavoro.

Nel procedimento giudiziario è emerso che i coach del call center indicavano i numeri dei contratti da concludere e le modalità con cui dovevano svolgersi le telefonate e che spesso, nel corso dell’orario di lavoro, le dipendenti venivano invitate a dare spiegazioni in merito alla scarsa produttività giornaliera.

Una vicenda che non può non richiamare alla memoria la trama del film “Tutta la vita davanti”, di Paolo Virzì, con Sabrina Ferilli. Un film che fa emergere proprio la fragilità dei diritti dei lavoratori di un immaginario call center.

Una vicenda che a suo tempo divise anche gli stessi operatori. Nel 2014, a margine della chiusura della sede saccense della Sicom Srl, un gruppo di loro prese posizione sostenendo con una lettera aperta che le condizioni contrattuali pattuite erano chiare sin dall’inizio, e che gli addetti si erano impegnati a rispettarle.

Mafia, nei Nebrodi tolti i pascoli a 17 imprese

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TROINA. Diciassette pascoli dei Nebrodi sottratti ad aziende oggetto di interdittiva antimafia. I contratti sono stati sciolti dall’Azienda speciale silvo pastorale di Troina. Erano stati stipulati con titolari di aziende agricole, ditte individuali e società, con sede a Siracusa e, nel Messinese, a San Teodoro, Cesarò, Tortorici e San’Agata di Militello. Lo si apprfende dalle carte dell’operazione Nebros, coordinata dalla Procura di Patti, che ha fatto luce su una tentata truffa ai danni dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura.
Le fiamme gialle di Enna, in questi giorni, hanno notificato l’avviso di conclusioni indagini a due ex affittuari dell’Azienda silvo pastorale, che gestisce 4.200 ettari di terreni del demanio di Troina, concessi a pascolo.