L’arte di Pippo Vaccaro in Vaticano con un ritratto di Papa Francesco

Alla notizia della morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile scorso, l’Italia e il mondo intero si sono uniti nel cordoglio per la scomparsa del pontefice. Tra le testimonianze più toccanti di affetto e devozione figura anche l’opera di Pippo Vaccaro, artista sambucese, la cui arte ha avuto l’onore di entrare in diretto contatto con il Santo Padre.

Mercoledì 29 maggio dello scorso anno, un dipinto realizzato da Vaccaro fu consegnato personalmente a Papa Francesco da una delegazione ufficiale della Nazione di Malta, guidata dal sindaco di Valletta, Alfred Zammit. Il quadro, un olio su tela 40×50 cm intitolato “Il Papa Medita”, ritrae il pontefice in un momento di riflessione profonda. Secondo quanto riferito dallo stesso artista, il Santo Padre si emozionò sinceramente nel riceverlo.

Ma il legame tra Pippo Vaccaro e Papa Francesco non nasce con questa opera. Già nel 2013, grazie alla collaborazione con Don Lillo Di Salvo, arciprete di Sambuca e oggi parroco a Favara, l’artista fu chiamato a realizzare due ritratti ufficiali del Santo Padre su commissione degli apparati vaticani. Anche in quel caso si trattò di oli su tela 40×50 cm: uno oggi custodito nella sala delle cerimonie del Vaticano, l’altro collocato nella biblioteca papale.

Vaccaro è già noto per i suoi ritratti di figure religiose come don Pino Puglisi. Le sue opere oggi rappresentano una memoria visiva e sentimentale del pontificato di Francesco, e la loro presenza all’interno delle mura vaticane è motivo di orgoglio per l’intera comunità sambucese.

Pulizia delle spiagge di Sciacca, Patti: “Primo intervento effettuato” (Video)

Sono già stati effettuati, in vista delle giornate del 25 aprile e del primo maggio, quando le spiagge di Sciacca ricevono i primi bagnanti, lavori di pulizia che sono andati avanti per dieci giorni. Lo ha annunciato l’assessore comunale all’Ambiente, Salvino Patti.

“Sono state pulite le spiagge Foggia, Stazzone, Tonnara e San Marco – dice Patti – ed a maggio verrà effettuato un secondo intervento di pulizia straordinaria. La pulizia ordinaria vogliamo anticiparla di qualche settimana rispetto alla data del primo giorno. Più di una volta a settimana ogni spiaggia verrà interessata dal servizio di pulizia ordinaria. Dove non si potrà arrivare con il mezzo opereranno gli addetti alla pulizia. Confidiamo nell’aiuto della gente nel tenere pulite le spiagge – aggiunge Patti – e siamo ottimismi sul fatto che la nostra comunità continui a crescere per il rispetto dell’ambiente”.

Venticinque aprile a Sciacca, Termine: “Nessuna sobrietà qui” (Video)

Non si è adeguato al monito suggerito dal Governo e il sindaco Fabio Termine anzi, ha voluto ribadire il suo pensiero riguardo al venticinque aprile anche questa mattina prendendo parte alla cerimonia che si è svolta stamattina dinnanzi al monumento ai Caduti di piazza Saverio Friscia alla presenza di tutte le autorità civili e militari.

“Non è una festa da vivere in sobrietà – ha detto il primo cittadino – non capisco come si può farlo in sobrietà visto che e’ la ricorrenza che ha dato il via a tutto”.

Corone d’alloro sono state deposte al monumento dedicato ai Marinai d’Italia e al Milite Ignoto.

Poi ha fatto seguito un momento di raccoglimento, di preghiera, di ricordo e di riflessione con gli interventi dell’arciprete Giuseppe Marciante e del sindaco. 

Infine, la lettura dei nomi dei partigiani saccensi che hanno partecipato al movimento di Resistenza.

L’Amministrazione comunale sostiene inoltre, tutte le iniziative che celebrano l’anniversario e i suoi valori. A tal proposito, con l’assessorato alla Cultura, ha patrocinato la presentazione del libro “Uscire dall’oblio. Il contributo della provincia di Agrigento alla lotta di liberazione dal nazifascismo” scritto da Calogero Segreto edito dalla Aulino Editore. Il libro sarà presentato il 28 aprile al multisala Badia Grande, con inizio alle ore 18.

Crisi idrica Ribera, appello dei sindaci per proroga emergenza

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Nel cuore dell’entroterra siciliano, la crisi idrica a Ribera e nei comuni limitrofi continua a destare preoccupazione. I sindaci del comprensorio riberese – tra cui Ribera, Calamonaci, Lucca Sicula, Bivona, Burgio, Caltabellotta, Villafranca Sicula, Alessandria della Rocca, Cianciana, Santo Stefano di Quisquina, Montallegro e Cattolica Eraclea – hanno firmato una richiesta ufficiale indirizzata al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Crisi idrica Ribera: i sindaci chiedono proroga dello stato di emergenza

L’appello congiunto sottolinea l’urgenza di prorogare lo stato di emergenza idrica, attualmente in scadenza il 5 maggio. Il documento richiede espressamente il mantenimento delle misure straordinarie previste, come l’estensione dell’ordinanza commissariale n.9 del 21 novembre 2024, fondamentale per fronteggiare la carenza idrica che da mesi colpisce il territorio.

Interventi urgenti per infrastrutture e approvvigionamento

Oltre alla proroga, i sindaci chiedono interventi concreti e tempestivi per migliorare la situazione. Al centro della proposta vi è la manutenzione e l’ammodernamento delle infrastrutture idriche esistenti, considerate ormai obsolete e incapaci di garantire un servizio efficiente alla popolazione e al settore agricolo, pilastro dell’economia locale.

Collaborazione istituzionale per superare la crisi idrica Ribera

Un’altra richiesta chiave è il potenziamento della collaborazione tra enti locali, regionali e nazionali. Solo con una gestione coordinata e integrata dell’emergenza idrica sarà possibile affrontare efficacemente questa crisi, che minaccia il benessere dei cittadini e lo sviluppo socioeconomico dell’intero comprensorio riberese.

Un’emergenza che mette a rischio l’economia del territorio

La crisi idrica Ribera non è solo un problema ambientale: mette a rischio l’agricoltura, le attività produttive e la qualità della vita dei residenti. La siccità prolungata e l’insufficienza delle risorse idriche stanno causando danni ingenti, aggravando una situazione già compromessa da anni di gestione inefficace.

Conclusione

L’appello dei sindaci rappresenta un grido d’allarme e una richiesta di aiuto. Ora la palla passa al Presidente Schifani, chiamato a rispondere con misure concrete e rapide per evitare che la crisi idrica Ribera si trasformi in un’emergenza permanente.

Bonus ristrutturazione 2025: se vendi casa perdi le detrazioni fiscali residue? Ecco quando passano all’acquirente e quando puoi conservarle

Hai ristrutturato casa e stai pensando di venderla? Attenzione alle detrazioni fiscali ancora non utilizzate. Con il Bonus ristrutturazione 2025, chi vende l’immobile rischia di perdere le quote residue del beneficio, che possono passare all’acquirente. Ma non sempre è così. L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti importanti su come gestire questa situazione e conservare le detrazioni anche dopo la vendita.

Cosa succede alle detrazioni fiscali con la vendita della casa?

Secondo quanto stabilito dall’articolo 16-bis del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), in caso di vendita di un immobile oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia, le detrazioni fiscali non ancora utilizzate vengono trasferite all’acquirente. Questo vale per tutte le quote residue, relative ai periodi d’imposta successivi al rogito.

C’è un modo per mantenere le detrazioni?

Sì. La norma prevede che le parti (venditore e acquirente) possano pattuirlo diversamente. Se al momento della stipula del rogito viene raggiunto un accordo scritto che stabilisce la volontà del venditore di continuare a beneficiare delle detrazioni, il bonus resta al venditore.

L’Agenzia delle Entrate, nella Circolare 7/2021, ha precisato che l’accordo può essere:

  • inserito direttamente nell’atto notarile di vendita;
  • formalizzato tramite scrittura privata autenticata, firmata da entrambe le parti e redatta in presenza di un notaio o di un pubblico ufficiale.

L’importante è che l’accordo risulti valido e coerente con il comportamento di entrambe le parti nella dichiarazione dei redditi.

Bonus ristrutturazione 2025: come funziona la detrazione

Il Bonus ristrutturazione è una delle agevolazioni fiscali più apprezzate in Italia. Permette di ottenere una detrazione IRPEF pari al:

  • 50% delle spese sostenute per interventi su abitazioni principali, fino a un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (quindi fino a 48.000 euro di detrazione complessiva);
  • 36% delle spese sostenute per lavori su seconde case o immobili diversi dall’abitazione principale, sempre con il tetto massimo di 96.000 euro.

Le detrazioni vengono suddivise in 10 rate annuali di pari importo.

L’agevolazione si applica su:

  • interventi di manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia.

Sono escluse le spese sostenute per immobili a destinazione produttiva, commerciale o direzionale.

Cosa fare prima di vendere casa per non perdere il bonus ristrutturazione

Se hai ancora quote residue del bonus ristrutturazione, prima di vendere casa puoi:

  1. Verificare il numero delle rate non ancora detratte.
  2. Concordare con l’acquirente se trasferire o mantenere il diritto alle detrazioni.
  3. Inserire l’accordo nel rogito o formalizzarlo tramite scrittura privata autenticata.

Questo ti consentirà di continuare a beneficiare dell’agevolazione anche dopo la vendita.

Conclusione

Vendere un immobile ristrutturato comporta non solo il trasferimento della proprietà, ma anche la gestione delle detrazioni fiscali legate ai lavori. Sapere come funziona il bonus ristrutturazione 2025 ti permette di fare scelte consapevoli e non perdere i vantaggi fiscali già maturati. Se stai pensando di vendere casa, informati bene e valuta la possibilità di conservare le detrazioni residue.

Assegno Unico 2025: come recuperare gli arretrati INPS, scadenza entro giugno e procedura aggiornata

Attenzione alle scadenze per l’Assegno Unico 2025: se non hai rinnovato l’ISEE, rischi un importo ridotto. Ecco come rimediare e ottenere gli arretrati INPS.

L’Assegno Unico e Universale è una misura fondamentale per le famiglie italiane con figli a carico, che spetta mensilmente fino ai 21 anni dei figli (senza limiti di età per figli disabili). Tuttavia, per ricevere l’importo corretto, è necessario aggiornare ogni anno l’ISEE, altrimenti si rischia di percepire soltanto l’importo minimo, pari a 57,50 euro al mese.

Se non hai ancora aggiornato l’ISEE 2025, hai tempo fino al 30 giugno 2025 per farlo e ottenere gli arretrati INPS dal mese di marzo. Superata questa data, non sarà più possibile recuperare la differenza spettante.

Perché l’ISEE è importante per l’Assegno Unico?

L’importo dell’Assegno Unico dipende dalla situazione economica del nucleo familiare. Se non presenti l’ISEE aggiornato entro il 28 febbraio di ogni anno, l’INPS ti erogherà l’importo minimo previsto per chi ha un ISEE superiore a 45.939,56 euro o per chi non ha presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).

Tuttavia, grazie alla normativa vigente, hai tempo fino al 30 giugno 2025 per presentare la DSU e aggiornare l’ISEE, recuperando così la differenza tra l’importo base ricevuto e quello realmente spettante con le eventuali maggiorazioni.

Esempio pratico:

  • Se il tuo ISEE aggiornato ti dà diritto a un assegno mensile di 200 euro e hai ricevuto finora 57,50 euro, presentando l’ISEE entro giugno potrai ottenere gli arretrati per la differenza a partire da marzo 2025.

Come richiedere l’ISEE 2025 per l’Assegno Unico?

Hai due opzioni:

  1. Online sul portale INPS: accedi con SPID, CIE o CNS, compila la DSU e ricevi l’attestazione ISEE via email in pochi giorni.
  2. Rivolgendoti a CAF o patronati: riceverai assistenza gratuita per compilare la DSU e ottenere l’ISEE aggiornato.

Ricorda che l’ISEE ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione, quindi l’ISEE 2024 è scaduto il 31 dicembre 2024 e deve essere rinnovato per l’anno in corso.

Scadenze importanti:

  • 28 febbraio 2025: termine ordinario per l’aggiornamento ISEE.
  • 30 giugno 2025: ultima data utile per ottenere gli arretrati INPS.

Non perdere questa opportunità: aggiorna subito il tuo ISEE 2025 e verifica il corretto importo dell’Assegno Unico per la tua famiglia!

Nuovo Codice della Strada 2025: cambiano le multe per divieto di sosta, ecco regole, cifre e limiti

Divieto di sosta, multe più leggere ma più severe per chi occupa aree riservate: ecco cosa cambia con la riforma del Codice della Strada 2025. Il nuovo sistema introduce tetti massimi alle sanzioni per le infrazioni ripetute, mentre restano salate le multe per chi parcheggia in zone dedicate ai disabili o ai mezzi pubblici.

Divieto di sosta: limite alle multe per la stessa infrazione

Chi vive o lavora in città sa bene quanto sia difficile trovare parcheggio, ma il rischio di trovare un verbale sul tergicristallo non sparisce mai. La riforma del Codice della Strada 2025, introdotta con la Legge n. 177/2024, porta alcune novità importanti, soprattutto per chi lascia l’auto in sosta vietata per periodi prolungati.

La novità principale è il tetto massimo alle multe per divieto di sosta: non sarà più possibile ricevere sanzioni illimitate per la stessa infrazione. In passato, ogni 24 ore di violazione corrispondeva una nuova multa, senza limiti. Oggi, invece, la sanzione massima non può superare i 408 euro (102 euro moltiplicati per quattro). Superato questo importo, non saranno emessi ulteriori verbali per la stessa violazione.

Questa regola si applica sia per la sosta vietata classica (es. parcheggio in aree vietate), sia per la sosta oraria gratuita oltre il tempo consentito.


Sosta oraria: multe progressive fino a 106 euro

Per chi sgarra con la sosta oraria gratuita (es. parcheggi consentiti solo per un’ora), la riforma introduce un sistema a penalità crescente:

  • Prima ora oltre il limite: multa di 26 euro
  • Seconda ora: multa di 54 euro
  • Terza ora: multa di 80 euro
  • Quarta ora: multa di 106 euro

Questo sistema evita sanzioni esagerate per piccoli ritardi ma penalizza chi abusa del tempo concesso.


Sosta tariffata: multe e maggiorazioni per chi non paga

Anche per i parcheggi a pagamento, il nuovo articolo 7 del Codice della Strada stabilisce regole chiare:

  • Mancato pagamento totale: multa da 42 a 173 euro, più il costo della tariffa giornaliera del parcheggio
  • Pagamento insufficiente:
    • Se il tempo extra è inferiore al 10% di quello pagato → nessuna sanzione
    • Se il tempo extra è tra il 10% e il 50% → multa ridotta del 50%
    • Se il tempo extra supera il 50% → multa piena, più tariffa giornaliera

Attenzione: la riduzione del 30% per chi paga entro 5 giorni si applica solo alla multa, non alle maggiorazioni.


Sosta in aree riservate: sanzioni più dure

Chi parcheggia dove non dovrebbe, come sugli stalli per disabili o alle fermate degli autobus, rischia sanzioni più salate:

  • Sosta su stalli per disabili: multa fino a 330 euro, con rimozione del veicolo e 4 punti decurtati dalla patente
  • Sosta alle fermate degli autobus: multa di 165 euro, con rimozione e 2 punti tolti dalla patente

Conclusioni: multe più giuste, ma attenzione alle regole

Il nuovo Codice della Strada 2025 punta a rendere più equilibrato il sistema sanzionatorio, evitando multe a raffica per la stessa infrazione, ma inasprendo le pene per chi ostacola i diritti altrui, come nei casi di sosta in aree riservate.

Per restare sempre informati su bonus, agevolazioni e riforme, continua a seguire Risoluto.it.

Nuova sanatoria fiscale 2025: il Governo valuta lo stralcio delle cartelle esattoriali tra il 2000 e il 2010

Debiti fiscali cancellati per milioni di italiani? Il Parlamento valuta un condono tombale per le cartelle esattoriali irrecuperabili. Ecco cosa potrebbe cambiare per contribuenti e sistema di riscossione.

Il Parlamento italiano sta discutendo una possibile sanatoria fiscale 2025, con stralcio delle cartelle esattoriali più vecchie, quelle risalenti tra il 2000 e il 2010. L’obiettivo è alleggerire il carico fiscale gestito dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER), ridurre i costi di riscossione e offrire una nuova opportunità ai contribuenti in difficoltà economica.

Oltre 1.200 miliardi di euro di cartelle non riscosse

Il cosiddetto “magazzino fiscale” dell’AdER ha raggiunto cifre record: 1.272 miliardi di euro di cartelle esattoriali ancora aperte. Tuttavia, circa 537 miliardi sono già considerati irrecuperabili, perché collegati a soggetti falliti, deceduti o non più rintracciabili.

Il condono tombale su cui si discute punta a cancellare definitivamente i debiti ritenuti impossibili da riscuotere, in particolare quelli più vecchi di dieci anni. Un’operazione che, secondo le intenzioni del Governo, libererebbe la macchina fiscale da milioni di cartelle obsolete, migliorando l’efficienza del sistema e riducendo i costi di gestione.

Quali cartelle potrebbero essere cancellate?

L’ipotesi attualmente al vaglio riguarda lo stralcio delle cartelle esattoriali riferite a debiti erariali (tasse non pagate, multe e contributi) per il periodo 2000-2010. L’obiettivo è eliminare le pendenze fiscali ormai inutili, riferite a soggetti senza più possibilità di pagamento.

La misura potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio 2026, come anticipato dal Documento di economia e finanza (DEF) 2025, che apre a politiche fiscali più eque e sostenibili.

Perché lo stralcio delle cartelle conviene anche allo Stato

Secondo il Governo, cancellare i debiti non esigibili significa:

  • Snellire il lavoro dell’AdER, concentrando gli sforzi sui crediti effettivamente recuperabili.
  • Ridurre i costi operativi, legati alla gestione di milioni di pratiche fiscali ferme.
  • Offrire un nuovo inizio ai contribuenti, in molti casi colpiti da eventi imprevisti come malattie, disoccupazione o crisi economiche.

Questa operazione si inserirebbe in una più ampia strategia di riforma fiscale, per rilanciare l’efficienza del sistema di riscossione e migliorare il rapporto tra Fisco e cittadini.

Alternative già attive: rottamazione-quater e rateizzazioni

In attesa del possibile condono tombale, sono ancora disponibili strumenti di definizione agevolata come:

  • Rottamazione-quater: pagamento solo della quota capitale del debito, senza sanzioni e interessi.
  • Rateizzazione fino a 120 mesi per chi ha difficoltà a saldare le cartelle esattoriali.

Queste misure restano accessibili per i debiti recenti o non compresi nella sanatoria.

I dubbi della Corte dei Conti e dei sindacati

La proposta di condono fiscale ha generato anche critiche. La Corte dei Conti teme che misure ripetute possano incentivare i contribuenti a non pagare, aspettando future sanatorie. Anche la CGIL ha espresso perplessità, sottolineando i rischi di scoraggiare chi ha sempre rispettato le scadenze fiscali.

Tuttavia, il Governo ribadisce che la sanatoria 2025 riguarderebbe solo i debiti irrecuperabili, quindi senza impatto reale sulle casse dello Stato, ma utile per ottimizzare risorse e processi.

Un nuovo rapporto tra Fisco e cittadini

Se approvato, il condono tombale 2025 segnerebbe un punto di svolta nella gestione dei debiti fiscali italiani. Un gesto per ricostruire la fiducia tra cittadini e amministrazione finanziaria, ponendo fine a un enorme arretrato e alleggerendo milioni di famiglie da pendenze ormai solo formali.

La proposta è ancora in discussione, ma il tema è al centro del dibattito politico e potrebbe trovare spazio nella prossima manovra finanziaria.

Bonus tende da sole 2025: come funziona, requisiti, beneficiari e novità per ottenere la detrazione fiscale

Confermato anche per il 2025 il bonus tende da sole, un’importante agevolazione fiscale pensata per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre il surriscaldamento degli ambienti interni. Scopriamo tutte le novità, i requisiti e le modalità per richiederlo entro il 31 dicembre 2025.

Cos’è il bonus tende da sole 2025?

Il bonus tende da sole 2025 è una detrazione fiscale IRPEF o IRES, a seconda che il richiedente sia un privato o un’azienda, applicabile all’acquisto e installazione di schermature solari. L’agevolazione rientra nell’ambito dell’Ecobonus, finalizzato a promuovere interventi di efficientamento energetico.

Confermata dalla Legge di Bilancio 2025 (art. 1, commi 54-56), la detrazione riconosciuta è:

  • 50% delle spese sostenute fino a un massimo di 60.000 euro per la prima casa;
  • 36% delle spese fino a 60.000 euro per le seconde case.

La somma detraibile massima, dunque, è di 30.000 euro per unità immobiliare.

Attenzione: dal 2026 le aliquote scenderanno, arrivando progressivamente al 30% per tutti gli immobili a partire dal 2028.

Quali tipologie di tende sono ammesse?

Il bonus si applica a diverse tipologie di schermature solari, tra cui:

  • Tende da sole a telo avvolgibile;
  • Tende a rullo;
  • Tende veneziane a lamelle orientabili;
  • Tende frangisole su pergole agganciate all’abitazione.

L’installazione deve contribuire al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio.

Chi può richiedere il bonus tende da sole?

Possono accedere al bonus:

  • Proprietari e nudi proprietari;
  • Usufruttuari, comodatari o locatari, con il consenso del proprietario;
  • Soci di cooperative (divise o indivise);
  • Imprenditori individuali e società di persone, per immobili non strumentali.

L’immobile deve essere già esistente, accatastato e in regola con eventuali tributi.

Requisiti tecnici e limitazioni

  • Le tende devono essere installate su superfici esposte a sud, est, ovest, sud-est o sud-ovest. Non sono ammesse tende installate su facciate esposte a nord.
  • Le schermature devono avere un impatto misurabile sull’efficienza energetica.

La detrazione è suddivisa in 10 rate annuali di pari importo.

Come richiedere il bonus tende da sole 2025

Per ottenere la detrazione è necessario:

  1. Pagare con metodi tracciabili (bonifico parlante);
  2. Entro 90 giorni dalla fine dei lavori, inviare all’ENEA la scheda descrittiva dell’intervento;
  3. Conservare:
    • Il codice CPID della pratica ENEA;
    • L’asseverazione di un tecnico abilitato;
    • Le schede tecniche e marcatura CE dei componenti;
    • Le fatture e ricevute dei bonifici;
    • La delibera condominiale (in caso di lavori su parti comuni).

Perché approfittare del bonus tende da sole?

Questa agevolazione permette di:

  • Ridurre le spese fiscali;
  • Aumentare il comfort abitativo;
  • Migliorare le prestazioni energetiche dell’immobile.

Danneggiamento a Lucca Sicula, tranciate piante di ulivo di un giovane coltivatore

Alberi di ulivo tranciati a Lucca Sicula, in contrada Giacato. Le piante che sono state prese di mira sono di proprietà di un coltivatore diretto di quarantotto anni del luogo.

I delinquenti si sono intrufolati sull’appezzamento e hanno tranciato le giovani piante. Il fatto e’ accaduto verosimilmente nei giorni scorsi, di notte, senza che nessuno si accorgesse di nulla.

Il coltivatore diretto che ha subito un danno quantificato in circa mille euro, non coperto da nessuna polizza assicurativa, si e’ recato alla Stazione dei Carabinieri per denunciare l’accaduto.

I militari dell’Arma hanno gia’ avviato le indagini. Non si tratta di un episodio nuovo in zona, pochi giorni fa, un caso analogo aveva riguardato un aranceto quando sono stati 65 gli alberi di arancio tranciati.