Ribera in lacrime per la morte di Filippo Scaturro, la Flai: “Persona mite e laboriosa”

La salma di Filippo Scaturro, di 65 anni, di Ribera, pensionato, sposato e padre di due figli, morto ieri nel suo aranceto di Borgo Bonsignore, si trova nella camera mortuaria dell’ospedale Fratelli Parlapiano di Ribera. Scaturro era a bordo di un trattore quando è caduto dal mezzo. Per lui non c’è stato nulla da fare. A Borgo Bonsignore sono intervenuti i carabinieri della tenenza di Ribera ed i vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca.

Di “persona a modo, sempre gentile, garbata, che non vedeva l’ora di andare in pensione”, parla Franco Colletti, della Flai Cgil. “Era un nostro iscritto”, aggiunge il sindacalista.

In una nota la Flai Cgil “esprime profondo cordoglio per la tragica scomparsa di Filippo Scaturro, nostro iscritto ed ex dipendente del Consorzio di bonifica Agrigento 3, persona mite, laboriosa e stimata da tutti. Il ricordo di Filippo è ancora vivo tra coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare con lui. La sua dedizione, il suo impegno e la sua umanità resteranno esempio per tutti noi. Filippo non vedeva l’ora di andare in pensione. Ricordiamo con emozione quando gli facemmo il conteggio: era da un anno e mezzo che finalmente aveva raggiunto quel traguardo tanto desiderato. Questa tragedia ci richiama ancora una volta all’importanza della sicurezza sul lavoro in agricoltura, un settore troppo spesso segnato da incidenti gravi e talvolta mortali. È nostro dovere continuare a lottare affinché nessun lavoratore debba più rischiare la vita sul proprio posto di lavoro. Ci stringiamo con affetto e solidarietà attorno alla famiglia, ai suoi cari e a quanti gli hanno voluto bene, in questo momento di grande dolore”.

Don Antonio Nuara, sacerdote riberese, aggiunge: “Tutta la Comunità riberese è rimasta sgomenta e attonita per l’accaduto. Era una persona da tutti stimata ed amata per la sua amabilità e la sua disponibilità. Pronto ad aiutare chiunque avesse bisogno di lui. Amato dai colleghi e stimato da tutti”.

Tragedia nelle campagne riberesi, muore pensionato sbalzato dal trattore

Incidente in un aranceto nelle campagne di Borgo Bonsignore a Ribera. Un pensionato riberese, Filippo Scaturro, di 65 anni, sposato e padre di due figli, a bordo di un trattore è morto dopo essere caduto dal mezzo agricolo.

L’uomo era un ex dipendente del Consorzio di bonifica Agrigento 3. Era al lavoro nell’aranceto di sua proprietà. Forse ha sbattuto a un ramo ed è stato sbalzato dal mezzo. La dinamica, comunque, non è ancora chiara.

“Sono addolorato – ha detto il sindaco Matteo Ruvolo – conoscevo questo concittadino, un gran lavoratore che lascia un vuoto nella sua famiglia e nella nostra comunità”. Sono intervenuti i carabinieri ed i vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca.

Insultare il marito o umiliarlo è reato di maltrattamenti: la Cassazione condanna la moglie, ecco cosa rischia

Il reato di maltrattamenti in famiglia si configura anche per offese, insulti e umiliazioni psicologiche. La recente sentenza della Cassazione condanna una moglie per violenza verbale e pressioni psicologiche sul marito.

Umiliare e insultare ripetutamente il coniuge può integrare il reato di maltrattamenti in famiglia. A stabilirlo è la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 14522/2022, ha ribaltato l’assoluzione di una donna accusata di vessazioni psicologiche e verbali nei confronti del marito. Il caso ha suscitato attenzione perché conferma che la violenza domestica non è solo fisica, ma può essere riconosciuta anche nelle condotte verbali offensive e reiterate, capaci di ledere la dignità e l’integrità psico-fisica della vittima, senza distinzioni di genere.

La vicenda: condanna per maltrattamenti in famiglia

Inizialmente, la Corte d’Appello aveva assolto la donna, ritenendo che ingiurie e minacce non gravi non fossero sufficienti a configurare il reato di maltrattamenti. Tuttavia, la Cassazione ha ribaltato questa decisione, riconoscendo il comportamento reiterato della donna come una forma di violenza psicologica sistematica, aggravata dal fatto che le offese avvenivano davanti al figlio minorenne.

La donna era stata in precedenza condannata in primo grado a due anni e sei mesi di reclusione per le seguenti condotte:

  • Insulti e aggressioni verbali continue, finalizzate a svalutare il marito e minarne l’autostima.
  • Minacce e pressioni psicologiche per mantenere il controllo sulla vittima, creando un clima di paura e sottomissione.
  • Episodi di umiliazione, sia in pubblico che in privato, ledendo la dignità del coniuge.
  • Isolamento sociale, limitando i contatti del marito con amici e familiari.

Queste condotte hanno creato un ambiente familiare intollerabile, tale da spingere il marito a rimanere in casa solo per paura di perdere il rapporto con il figlio.

La decisione della Cassazione: anche la violenza psicologica è reato

La Corte di Cassazione ha chiarito che il reato di maltrattamenti non richiede necessariamente violenze fisiche, ma si configura anche in presenza di comportamenti offensivi ripetuti, sorretti da dolo generico, cioè dalla consapevolezza di arrecare sofferenza alla vittima.

In particolare, la Cassazione ha sottolineato che:

“Integra il delitto di maltrattamenti in famiglia anche la privazione della funzione genitoriale di un coniuge, ottenuta tramite lo svilimento della sua figura morale agli occhi dei figli, specie se questi assistono sistematicamente alle vessazioni.”

Questa interpretazione rafforza la tutela della dignità personale e genitoriale, evidenziando l’impatto devastante che la violenza psicologica può avere non solo sulla vittima diretta, ma anche sui figli minori, costretti ad assistere a continui episodi di umiliazione e conflitto.

Cosa rischia chi maltratta il coniuge con insulti e umiliazioni

Chi si rende responsabile di maltrattamenti in famiglia rischia pene fino a sette anni di reclusione, con aggravanti se il reato è commesso in presenza di minori. Anche le condotte verbali e psicologiche ripetute, se finalizzate a sottomettere o umiliare il partner, possono configurare il reato, come confermato dalla Cassazione.

Questa sentenza rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento della violenza psicologica all’interno delle mura domestiche, offrendo maggiore protezione alle vittime, indipendentemente dal genere, e contribuendo a contrastare ogni forma di abuso familiare.

Detrazioni fiscali 2025, stretta per i coniugi separati: stop alle agevolazioni IRPEF, ecco cosa cambia e come aggiornare la dichiarazione dei redditi

La Legge di Bilancio 2025 porta importanti novità sulle detrazioni fiscali per familiari a carico, con un impatto diretto per i coniugi legalmente separati. Dal 1° gennaio 2025, infatti, non sarà più possibile ottenere le agevolazioni IRPEF per il coniuge separato, ridefinendo così i criteri di chi può essere considerato fiscalmente a carico.

Scopriamo nel dettaglio cosa cambia, chi perde le detrazioni e quali sono le regole aggiornate per evitare errori nella prossima dichiarazione dei redditi.

Coniuge separato, stop alle detrazioni fiscali 2025: cosa prevede la nuova legge

Con l’approvazione della Legge n. 207/2024, l’articolo 12 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) è stato modificato, ridefinendo le detrazioni per carichi di famiglia. Tra le novità principali:

  • Esclusione del coniuge separato dalle persone fiscalmente a carico, anche se convivente o non autosufficiente.
  • Fine dell’inserimento del coniuge separato nella categoria “altri familiari a carico”, riservata solo ad ascendenti conviventi (genitori, nonni).
  • Abolizione della detrazione di 750 euro per i coniugi separati, che resta valida solo per gli ascendenti.

Fino al 2024, chi aveva un coniuge separato e non economicamente autonomo poteva, in alcuni casi, beneficiare delle detrazioni IRPEF, soprattutto in presenza di convivenza o di assegni non stabiliti dal giudice. Con le nuove regole, questa possibilità viene completamente eliminata.

Detrazioni fiscali 2025: cosa resta invariato per i coniugi non separati

Chi ha un coniuge non separato può continuare a beneficiare delle detrazioni IRPEF per coniuge a carico, purché il reddito del coniuge non superi:

  • 2.840,51 euro annui (reddito complessivo);
  • 4.000 euro annui per i figli fino a 24 anni.

L’importo massimo della detrazione per il coniuge a carico è di 800 euro, ma varia in base al reddito del contribuente: maggiore è il reddito, minore sarà la detrazione spettante.

Nessun cambiamento per i figli a carico: resta l’Assegno Unico Universale

Per i figli a carico, il sistema delle detrazioni IRPEF è stato sostituito, a partire dal 2022, dall’Assegno Unico Universale INPS, che copre:

  • Figli minorenni;
  • Figli fino a 21 anni, a determinate condizioni.

L’assegno mensile, basato sull’ISEE e sulla composizione del nucleo familiare, resta il principale strumento di supporto per le famiglie con figli, senza ulteriori cambiamenti nel 2025.

Come aggiornare la dichiarazione dei redditi 2025

Alla luce delle nuove regole, i contribuenti dovranno prestare attenzione nel compilare la dichiarazione dei redditi 2025:

  • Escludere il coniuge separato dai familiari a carico, anche se convivente.
  • Aggiornare correttamente il modello per le detrazioni per i lavoratori dipendenti, per evitare errori nelle trattenute IRPEF.
  • Monitorare il proprio ISEE, nel caso di figli a carico, per ricevere il corretto importo dell’Assegno Unico Universale.

In caso di errori, si rischiano sanzioni fiscali o richieste di rettifica da parte dell’Agenzia delle Entrate. Per questo, è consigliabile rivolgersi a un CAF o a un consulente fiscale.

Conclusione

Le nuove regole sulle detrazioni fiscali 2025 segnano una stretta importante per i coniugi separati, che non potranno più essere considerati a carico nella dichiarazione dei redditi. È fondamentale aggiornare correttamente i dati fiscali per evitare problemi e continuare a beneficiare delle agevolazioni spettanti.

Bonus assunzioni donne e giovani 2025: in arrivo 180mila contratti a tempo indeterminato grazie agli incentivi del Decreto Coesione

Ottime notizie per chi cerca lavoro o desidera assumere: con i nuovi bonus assunzioni 2025 destinati a giovani under 35 e donne disoccupate, il Ministero del Lavoro punta a creare oltre 180mila contratti a tempo indeterminato in tutta Italia, con particolare attenzione al Mezzogiorno.

Il Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024), finanziato con 1,1 miliardi di euro approvati dalla Commissione Europea, ha l’obiettivo di favorire l’occupazione stabile per i gruppi più vulnerabili nel mercato del lavoro. Il Ministero del Lavoro, con i decreti attuativi firmati il 14 aprile 2025, ha reso operative le agevolazioni contributive per le aziende che assumono giovani e donne.

Chi può beneficiare dei bonus assunzioni 2025?

I bonus si applicano a tutte le imprese private che:

  • Non abbiano licenziato nei sei mesi precedenti l’assunzione.
  • Aumentino effettivamente l’occupazione (anche il part-time è conteggiato in proporzione).

I destinatari dell’incentivo sono:

  • Giovani under 35, mai assunti a tempo indeterminato.
    • Sud Italia: assunzioni dal 31 gennaio al 31 dicembre 2025.
    • Resto d’Italia: assunzioni dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025.
  • Donne disoccupate, prive di impiego regolarmente retribuito, residenti nelle Regioni del Sud.

Quali sono i vantaggi per le aziende?

Le imprese che assumono con contratti a tempo indeterminato (o trasformano un contratto a termine) beneficiano di un esonero totale dai contributi previdenziali per 24 mesi:

  • Fino a 650 euro al mese per ogni lavoratore assunto al Sud.
  • Fino a 500 euro al mese per ogni lavoratore assunto nel resto d’Italia.

L’incentivo riguarda esclusivamente contratti stipulati entro il 31 dicembre 2025.

Garanzie contro gli abusi e approvazione UE

La misura, classificata come aiuto di Stato per l’occupazione, è stata approvata dalla Commissione Europea, che ha riconosciuto:

  • La necessità di un sostegno mirato a favore di lavoratori vulnerabili.
  • L’adeguatezza della misura, che copre circa il 30% dei costi salariali.
  • L’esistenza di garanzie contro abusi, come il divieto di licenziare lavoratori esistenti per assumere con agevolazioni.

Il commento del Ministro del Lavoro

La Ministra Marina Calderone ha dichiarato:
“Questi incentivi sono fondamentali per promuovere il lavoro stabile e di qualità, con un’attenzione speciale ai giovani e alle donne, e per rilanciare l’occupazione soprattutto nel Mezzogiorno.”

Perché questa misura è importante?

Il bonus assunzioni 2025 rappresenta una grande opportunità sia per i datori di lavoro, che possono risparmiare sui contributi, sia per chi è alla ricerca di lavoro stabile. Inoltre, la misura contribuisce a:

  • Ridurre il divario occupazionale tra Nord e Sud.
  • Favorire l’inserimento dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro.
  • Incentivare le imprese ad investire su contratti a tempo indeterminato.

Per conoscere i dettagli sui requisiti e su come accedere agli incentivi, si consiglia di consultare i decreti attuativi pubblicati dal Ministero del Lavoro.

Dipendenti pubblici, aumenti in arrivo per stipendi e buoni pasto: ecco le proposte della FLP e le novità del decreto PA

Il decreto-legge sulla Pubblica Amministrazione è attualmente all’esame della Camera e potrebbe segnare una svolta per milioni di dipendenti pubblici in Italia. Dopo anni di blocchi contrattuali e tagli alle risorse, si torna finalmente a parlare di aumenti salariali, potenziamento dei buoni pasto e miglioramento delle condizioni di lavoro. Ma cosa prevede esattamente il nuovo decreto e quali sono le richieste dei sindacati, in particolare della FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche)?

Una riforma necessaria per rilanciare la Pubblica Amministrazione

Il nuovo decreto si inserisce in un quadro più ampio di riforme che puntano a rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente, attrattiva per i giovani e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini. Dopo anni di spending review che hanno indebolito il comparto pubblico, si avverte la necessità di un cambio di passo che valorizzi il lavoro dei dipendenti statali e ne migliori le condizioni economiche e operative.

La FLP ha subito presentato una serie di proposte correttive per rafforzare il decreto, con l’obiettivo di ottenere risultati concreti per i lavoratori. Tra le richieste principali troviamo:

  • Aumento del salario accessorio, legato alla produttività e detassato, come avviene già nel settore privato.
  • Aggiornamento del buono pasto, fermo da 13 anni al valore di 7 euro.
  • Sblocco dei Fondi per le Risorse Decentrate, bloccati dal 2016.
  • Eliminazione della tassa sulla salute, ovvero il taglio delle indennità in caso di malattie inferiori ai 10 giorni.
  • Attivazione dell’area delle elevate professionalità, con una fase sperimentale tra il 2025 e il 2027.
  • Abolizione del posticipo del TFR/TFS, che oggi penalizza i dipendenti pubblici con tempi di attesa anche fino a sette anni.

Prime risorse stanziate: 190 milioni per la contrattazione integrativa

Nonostante la strada sia ancora lunga, alcuni segnali positivi si intravedono. Il Governo ha stanziato un fondo da 190 milioni di euro per sostenere la contrattazione integrativa dei dipendenti ministeriali, un primo passo che potrebbe essere esteso anche agli enti locali, come ha lasciato intendere il ministro Zangrillo.

Ma per rilanciare davvero la Pubblica Amministrazione, servono interventi strutturali e duraturi che garantiscano:

  • Maggiore meritocrazia.
  • Condizioni lavorative dignitose.
  • Capacità di attrarre e trattenere talenti.
  • Qualità dei servizi per i cittadini.

Solo con una visione complessiva e investimenti concreti sarà possibile riportare al centro il valore del lavoro pubblico e rispondere alle sfide di un’amministrazione moderna ed efficiente.


Crisi idrica Sicilia, il sostegno dei Liberi Agricoltori alla richiesta dell’On. Carmelo Pace

L’Associazione Liberi Agricoltori esprime piena soddisfazione per l’intervento dell’onorevole Carmelo Pace che ha sollecitato il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e l’assessore all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, a prorogare misure fondamentali per fronteggiare la crisi idrica Sicilia.

Emergenza idrica e misure urgenti

Tra le richieste avanzate, spiccano due punti cruciali: la proroga dello stato di emergenza in scadenza il 5 maggio per la parte occidentale della Sicilia e il prolungamento della validità della delibera commissariale 9 del 2024. Quest’ultima consente, tramite la “Bretella”, il trasferimento dei volumi idrici dalla diga Gammauta alla diga Castello, garantendo l’approvvigionamento d’acqua essenziale per l’agricoltura locale.

Il ruolo dell’Associazione Liberi Agricoltori

La richiesta rappresenta un importante supporto all’attività dell’Associazione Liberi Agricoltori, da tempo impegnata nella tutela del comparto agricolo siciliano. In un contesto di crisi idrica Sicilia riconosciuto a livello locale, regionale e nazionale, l’associazione prosegue con determinazione nella sua missione: proporre soluzioni, segnalare criticità e collaborare con le istituzioni.

La Comunicazione Aumentativa Alternativa in ambito clinico e riabilitativo

Il nostro viaggio verso la Summer School “AbbracCiAA la Cultura”, in programma a Sciacca dal 16 al 18 maggio 2025 e fortemente sostenuta dal Centro di Formazione Anaprof, fa oggi tappa nel mondo della riabilitazione clinica e della terapia evolutiva, dove la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) diventa uno strumento essenziale per migliorare la qualità della vita di bambini e adulti.

Protagoniste di questa nuova storia sono la logopedista Elena Sciangula e la terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva Antonella Baldassano, in servizio presso l’Istituto Maugeri di Sciacca, che hanno raccontato come la CAA si inserisca nella loro pratica clinica quotidiana, rendendo possibile la comunicazione anche in situazioni di grave difficoltà verbale.

La CAA: uno strumento fondamentale in ambito logopedico

“In logopedia, la Comunicazione Aumentativa Alternativa ha un’importanza fondamentale – spiega la dott.ssa Sciangula –. Qualsiasi apprendimento, autonomia o relazione interpersonale nasce da uno scambio comunicativo efficace. La CAA riduce la frustrazione, favorisce l’interazione sociale e sostiene lo sviluppo emotivo dei pazienti.”

Lavorare sulla comunicazione, infatti, non significa solo “parlare”, ma creare canali alternativi e potenziati per esprimere bisogni, desideri, emozioni.

Bambini e adolescenti: crescere insieme con la CAA

Anche in ambito evolutivo, la CAA ha un ruolo chiave nel supportare le competenze relazionali dei bambini e degli adolescenti.

“Il nostro obiettivo – racconta Antonella Baldassano – è fornire strumenti validi per comunicare, che permettano di esprimere bisogni ed emozioni anche senza il linguaggio verbale. Se la società conosce e adotta questi strumenti, sarà più facile per tutti i bambini essere compresi e integrati nei contesti quotidiani.”

Adulti, traumi e malattie neurodegenerative: la comunicazione come diritto

Non solo bambini. La CAA è uno strumento prezioso anche per gli adulti con afasie post-ictus, traumi cranici o malattie neurodegenerative come SLA e Parkinson.

“La CAA non si limita a supportare la riabilitazione delle abilità verbali – continua la dott.ssa Sciangula – ma garantisce che ogni paziente possa esprimere i propri bisogni e opinioni, sia con il personale medico sia con i familiari.”

In questo modo, la comunicazione diventa un diritto accessibile per tutti, anche nei momenti più difficili.

I laboratori della Summer School: conoscere e praticare la CAA

L’importanza di diffondere la conoscenza pratica della CAA sarà al centro della Summer School “AbbracCiAA la Cultura”.

“Non si parlerà solo di teoria – sottolinea Antonella Baldassano – ma si entrerà nei laboratori, dove si imparerà a realizzare e utilizzare gli strumenti CAA. Così, se un giorno si entrerà in un bar o in una farmacia aderente al progetto, si saprà subito come utilizzare i simboli per aiutare un bambino o un adulto a comunicare.”

La conoscenza condivisa è la chiave per rendere la CAA parte della vita di tutti e accettarla socialmente come uno strumento normale e prezioso.

Vuoi scoprire il programma completo della Summer School “AbbracCiAA la Cultura”?

Tre giorni di formazione gratuita, laboratori pratici e incontri con esperti nel campo della Comunicazione Aumentativa Alternativa, dal 16 al 18 maggio 2025 a Sciacca.
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Bonus Nuovi Nati 2025: 1.000 euro per ogni figlio, requisiti e istruzioni INPS

È ufficiale il Bonus Nuovi Nati 2025: l’INPS, con la Circolare n. 76 del 14 aprile 2025, ha fornito tutte le indicazioni pratiche per richiedere il contributo di 1.000 euro per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo nel corso dell’anno. Scopri requisiti, scadenze e modalità di domanda.

Cos’è il Bonus Nuovi Nati 2025?

Si tratta di un contributo economico una tantum di 1.000 euro per ogni bambino nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025. Il bonus, istituito dalla Legge di Bilancio 2025, è destinato alle famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro e viene erogato tramite una carta prepagata nominativa, spendibile esclusivamente per l’acquisto di prodotti per l’infanzia presso esercizi convenzionati (fisici e online).

Requisiti per ottenere il Bonus Nuovi Nati

Per beneficiare del contributo, è necessario:

  • Avere un figlio nato, adottato o in affido preadottivo nel 2025.
  • Disporre di un ISEE valido non superiore a 40.000 euro.
  • Essere residenti in Italia (compresi cittadini UE e non UE con permesso di soggiorno di lungo periodo o di almeno 6 mesi).

Come richiedere il Bonus: scadenze e modalità

La domanda va presentata entro 60 giorni dalla nascita, adozione o affido preadottivo del minore:

  • Online, tramite il portale INPS con SPID, CIE o CNS.
  • Attraverso il Contact Center INPS.
  • Presso i CAF convenzionati.

Per i bambini nati prima della pubblicazione della circolare (14 aprile 2025), il termine dei 60 giorni decorre dalla stessa data.

Oltre il Bonus: tutte le altre agevolazioni per le famiglie nel 2025

Il Bonus Nuovi Nati si aggiunge ad altre misure di sostegno per le famiglie:

  • Assegno Unico Universale: fino a 2.400 euro annui per il primo figlio con ISEE inferiore a 17.000 euro (maggiorazioni per figli successivi).
  • Bonus Asilo Nido: fino a 3.600 euro annui per il pagamento delle rette, con ISEE fino a 40.000 euro.
  • Detrazioni fiscali per spese sanitarie: fino a 1.500 euro annui per le spese mediche dei figli.

Quanto può ottenere una famiglia?

Combinando il Bonus Nuovi Nati, l’Assegno Unico, il Bonus Nido e le detrazioni fiscali, una famiglia con un figlio nato nel 2025 potrebbe ricevere fino a 8.500 euro di sostegno economico nel primo anno di vita del bambino (in base all’ISEE familiare).

Conclusione

Per non perdere queste importanti opportunità di sostegno, è fondamentale restare aggiornati su requisiti e scadenze. Consulta sempre il portale INPS o rivolgiti a un CAF per avere assistenza nella presentazione delle domande.

Comune e Futuris insieme per “Il Carnevale – L’arte del riciclo”, iniziativa tra maggio e giugno

L’amministrazione comunale con delibera ha approvato la proposta di presentazione di un’istanza all’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente per richiedere un contributo oneroso per la realizzazione di un’iniziativa da realizzare congiuntamente con Futuris srls denominata: “Il Carnevale– L’arte del riciclo” da svolgersi nel periodo che va dal 25 maggio al 30 giugno.

Si tratta nello specifico di un convegno sul tema del Carnevale e il riciclo dei materiali e la realizzazione di laboratori di modellazione e decorazione della cartapesta che coinvolgono dieci artisti del Carnevale di Sciacca.

Il progetto “Il Carnevale – L’arte del Riciclo” prevede un costo complessivo di trenta mila euro con un preventivo di spesa così ripartito: