Assoluzioni in appello dall’accusa di omicidio colposo per la morte di un uomo in una casa di riposo di Menfi

La seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo ha assolto la responsabile amministrativa e una dipendente di una casa di riposo di Menfi che in primo grado erano state condannate a un anno di reclusione per omicidio colposo. Assolti Lucia Rizzo, di 55 anni, e Anna Lucido, di 60, rispettivamente, responsabile amministrativa e dipendente della casa di riposo.

I fatti, che risalgono al 3 ottobre 2013, nella casa di riposo, riguardano la morte di un cinquantatreenne mentre si trovava ricoverato. Rizzo e Lucido e la cooperativa in primo grado erano stati condannati in solido al risarcimento dei danni procurati ai familiari dell’uomo che si sono costituiti parte civile.

Il cinquantenne era affetto dal disturbo di potomania (cioè il bisogno irrefrenabile di bere qualsiasi sostanza liquida) e avrebbe bevuto del detersivo.

Dopo la sentenza di primo grado, la difesa di Rizzo è stata assunta dagli avvocati Luigi La Placa e Sandro La Placa, quella di Lucido dall’avvocato Giovanni Galletta e quella della Cooperativa Humanitas dall’avvocato Antonino Alagna. I legali hanno sostenuto in particolare che le risultanze probatorie in assenza di esame autoptico e tossicologico non consentivano di accertare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la causa della morte, i mezzi che l’avevano determinata e il rapporto di causalità con l’eventuale e non dimostrata ingestione del liquido. 

Le difese hanno chiesto e ottenuto il rinnovo parziale del dibattimento mediante l’audizione di consulente medico – legale, il professore Livio Milone, con l’acquisizione della consulenza tecnica di parte redatta dallo stesso.

La seconda sezione della Corte di Appello di Palermo ha accolto la richiesta di rinnovo parziale dell’istruttoria dibattimentale e assolto Lucia Rizzo e Anna Lucido perché il fatto non sussiste, revocando conseguentemente le statuizioni civili emesse a carico delle stesse e della cooperativa Humanitas. 

Nella foto, l’avvocato Luigi La Placa

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