La stagione balneare 2025 in Sicilia è alle porte, con l’apertura ufficiale degli stabilimenti prevista per il 1° maggio e la chiusura al 31 ottobre. Tuttavia, per la provincia di Agrigento, l’avvio dell’estate si prospetta incerto e preoccupante a causa di una vera e propria crisi balneare Agrigento.
Il problema principale è rappresentato dalla quasi totale assenza dei Piani di Utilizzo delle Aree Demaniali Marittime (PUDM), strumenti fondamentali per regolare e pianificare le attività balneari nei comuni costieri.
A oggi, solo il Comune di Menfi ha adempiuto a quanto richiesto dalla normativa, distinguendosi per efficienza amministrativa. Gli altri comuni costieri della provincia restano indietro, mettendo a serio rischio l’operatività delle strutture turistiche e balneari. Questa situazione alimenta la crisi balneare Agrigento, che rischia di trasformarsi in un disastro per il territorio.
L’assenza dei PUDM potrebbe comportare un blocco totale delle attività estive, con gravi ricadute sull’economia locale. Il comparto balneare rappresenta infatti uno dei principali motori economici e occupazionali del territorio.
Come sottolineato da Gero Niesi, vicepresidente vicario di Confcommercio Agrigento: “Le strutture balneari sono un pilastro dello sviluppo locale, ma anche presidi culturali e sociali. Non possiamo permettere che l’estate venga compromessa da lentezze amministrative.”
Confcommercio Agrigento ha lanciato un appello urgente agli amministratori dei comuni costieri affinché:
Solo un’azione istituzionale condivisa potrà arginare la crisi balneare Agrigento e trasformare la stagione 2025 in un’opportunità di rilancio.
L’estate 2025 potrebbe essere un volano per la ripresa economica e l’attrattività turistica della provincia di Agrigento. Ma senza interventi rapidi e concreti, il rischio di una paralisi del settore è più che reale.
La crisi balneare Agrigento è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Ora tocca alle amministrazioni locali dimostrare visione e responsabilità.
La stagione balneare 2025 in Sicilia è alle porte, con l’apertura ufficiale degli stabilimenti prevista per il 1° maggio e la chiusura al 31 ottobre. Tuttavia, per la provincia di Agrigento, l’avvio dell’estate si prospetta incerto e preoccupante a causa di una vera e propria crisi balneare Agrigento.
Il problema principale è rappresentato dalla quasi totale assenza dei Piani di Utilizzo delle Aree Demaniali Marittime (PUDM), strumenti fondamentali per regolare e pianificare le attività balneari nei comuni costieri.
A oggi, solo il Comune di Menfi ha adempiuto a quanto richiesto dalla normativa, distinguendosi per efficienza amministrativa. Gli altri comuni costieri della provincia restano indietro, mettendo a serio rischio l’operatività delle strutture turistiche e balneari. Questa situazione alimenta la crisi balneare Agrigento, che rischia di trasformarsi in un disastro per il territorio.
L’assenza dei PUDM potrebbe comportare un blocco totale delle attività estive, con gravi ricadute sull’economia locale. Il comparto balneare rappresenta infatti uno dei principali motori economici e occupazionali del territorio.
Come sottolineato da Gero Niesi, vicepresidente vicario di Confcommercio Agrigento: “Le strutture balneari sono un pilastro dello sviluppo locale, ma anche presidi culturali e sociali. Non possiamo permettere che l’estate venga compromessa da lentezze amministrative.”
Confcommercio Agrigento ha lanciato un appello urgente agli amministratori dei comuni costieri affinché:
approvino e rendano operativi i PUDM;
forniscano supporto logistico agli operatori;
attivino campagne di promozione turistica e culturale.
Solo un’azione istituzionale condivisa potrà arginare la crisi balneare Agrigento e trasformare la stagione 2025 in un’opportunità di rilancio.
L’estate 2025 potrebbe essere un volano per la ripresa economica e l’attrattività turistica della provincia di Agrigento. Ma senza interventi rapidi e concreti, il rischio di una paralisi del settore è più che reale.
La crisi balneare Agrigento è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Ora tocca alle amministrazioni locali dimostrare visione e responsabilità.