Si è tenuto a Menfi un incontro dal titolo “Perché rossetto e cicirello si confondono con il novellame e possono diventare un pretesto” che ha fatto emergere le problematiche vissute quotidianamente da un settore fondamentale per l’economia italiana. In particolare è emerso che verrebbe praticata con disinvoltura la pesca del novellame da parte di alcuni pescatori che chiusi nel loro microcosmo pensano di risolvere i propri problemi economici agendo illegalmente. “La pesca del novellame, sempre e comunque, è vietata ed illegale. La sua pratica comporta sanzioni che possono arrivare a 75 mila euro”. Lo ricorda il Wwf. La questa pratica non può essere vinta con la sola repressione, ma attraverso un’azione educativa e culturale che attraversi tutti soggetti coinvolti, dai pescatori ai consumatori ed alla filiera della ristorazione e commercio. È chiaro a tutti che togliere al mare pesci neonati lo impoverirà della materia prima necessaria al futuro per avere pesci di taglia superiore. Certo, il problema è complesso e non può prescindere dalle esigenze che gli operatori della pesca espongono. E nel corso dell’incontro, questi hanno dato la colpa principale dell’impoverimento del mare Mediterraneo allo sviluppo della tecnologia e all’azione di marinerie straniere non soggette alle restrizioni vigenti in Europa. Questioni complesse che coinvolgono i livelli più alti del potere e del governo delle problematiche mediterranee, che appaiono come affrontate blandamente dai soggetti interessati. Sono intervenuti il comandante della Guardia Costiera di Sciacca, tenente di vascello Sebastiano Sgroi, e il primo maresciallo Andrea Trazetta. Domenico Macaluso, medico e responsabile scientifico, Settore Mare, del WWF Sicilia Area Mediterranea, ha sviluppato il suo intervento sulle patologie nascoste dietro pratiche di consumo errato dei prodotti ittici e sulla presenza sempre più diffusa di pericolose specie esotiche nel mare Mediterraneo a causa dei cambiamenti climatici. Cambiamenti climatici che sono stati richiamati dal delegato del WWF Italia, Franco Andaloro, come causa dello spostamento di correnti che si portano dietro sconvolgimento di sistemi ecologici consolidati. Da tutti è venuto l’appello al dialogo e alla determinante importanza di incontri come quello di Menfi che, se annunciati dai più, vengono poi elusi per paura di scontri diretti con operatori esasperati e praticanti l’illegalità nella quotidianità. In apertura, hanno i saluti di Vincenzo Lotà, sindaco di Menfi, Rosa Letizia Maria Sanzone, assessore comunale all’Ambiente, e Dylan Pelletti, responsabile WWF YOUng Sicilia. Giuseppe Mazzotta, Presidente del WWF Sicilia Area Mediterranea, che ha coordinato i lavori, ha dichiarato che “un plauso va ai volontari di Menfi che, senza tema di ritorsioni, hanno voluto che si organizzasse questo incontro. La pesca del novellame è illegale ed è criminale praticarla e consumarne i frutti, che tanto piacere danno nell’immediatezza, ma che è come praticare cannibalismo, per l’impoverimento delle risorse ittiche lasciate in eredità alle future generazioni.”