Torna di scena tra quarantotto ore a Menfi Inycon, la Festa del Vino. Da venerdì 23 a domenica 25 giugno, la manifestazione inventata negli anni Novanta da Enzo Lotà, giunta alla ventiduesima edizione, è diventata un autentico evento cult nel panorama delle manifestazioni di promozione del territorio. Evento unico nel suo genere, trasformato in appuntamento di punta tra convegni, degustazioni e spettacoli a tema. Una festa che da quelle parti, è indubitabile, hanno saputo valorizzare, garantendole continuità, pur dovendo fare i conti con le ristrettezze economiche, che di anno in anno hanno costretto il Comune a fare del proprio meglio, non dimenticando però che questa iniziativa si avvale da sempre del contributo delle Cantine Settesoli, oltre che di altri sponsor. Una manifestazione, Inycon, per la quale anche Menfi attinge dall’imposta di soggiorno. Siamo, comunque, in un periodo in cui il turismo ha un’identità reale e conclamata, e il riscontro anche economico è oggettivo, scaturendo peraltro dal pagamento di un ticket da parte di chi vuole partecipare alle degustazioni gastronomiche e agli assaggi dei vini prodotti sul territorio. Inycon è una festa nella quale gli attori del territorio hanno saputo fare sistema. Quello che, purtroppo, Sciacca non è ancora riuscita a fare con il Carnevale, per il quale spende troppo (entrambi i candidati a sindaco si sono impegnati, se eletti, a ridimensionare la cifra) mentre le altre manifestazioni, ossia quelle organizzate con l’ausilio di privati, hanno visto il Comune fare essenzialmente da spettatore. Le cose devono cambiare. Anche l’idea di una festa, il Carnevale, che preveda il pagamento di un biglietto per i visitatori, deve entrare a tutti gli effetti in un’ottica più moderna, che guardi al futuro, oltre gli aspetti artistici. Insomma: il successo di Inycon deve indurre Sciacca a porsi tanti interrogativi.
A Menfi torna Inycon: festa ormai “cult” che valorizza il territorio e che induce Sciacca a interrogarsi sul futuro
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